Mentre Benedetto XVI rinnovava domenica la sua "vicinanza" alla comunità copta colpita da attentati eminacce, sia a Roma che a Milano si svolgevano manifestazioni dei cristiani egiziani in ricordo delle vittime delle stragi nella madrepatria e per chiedere di fermare le violenze dei terroristi islamici. Anche numerosi politici, sia di maggioranza che di opposizione, sono scesi in piazza per esprimeresolidarietà ai cristiani perseguitati e sostenere l'urgenza dell'impegno internazionale in difesa della libertà religiosa."Saluto il gruppo di parlamentari italiani, qui presenti, e li ringrazio per il loro impegno, condiviso con altri colleghi, in favore della libertà religiosa", ha detto il Papa all'Angelus in Piazza San Pietro. "Con loro - ha aggiunto - saluto anche i fedeli copti qui presenti a cui rinnovo la mia vicinanza". La comunità copta in Egitto, quindi, è più che mai al centro delle preoccupazioni del Pontefice, specie dopo il massacro di Capodanno alla chiesa dei Santi, ad Alessandria, che ha fatto 23 morti e 80 feriti, e dopo le nuove minacce di attentati.Ad ascoltare le parole del Papa, avendo accolto l'invito del cappellano di Montecitorio mons. Lorenzo Leuzzi, un gruppo bipartisan di parlamentari e amministratori: il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, quindi, tra gli altri, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Gustavo Selva, David Sassoli, Giovanni Bachelet. "È necessario che la politica faccia molto di più per difendere la libertà religiosa. Guai a chi volge la testa dall'altra parte", ha detto Alemanno. "Vogliamo che l'Europa si muova subito con azioni tangibili e non solo con enunciazioni di principio", gli ha fatto eco l'eurodeputato Sassoli.Negli stessi momenti, circa 200 persone della comunità milanese dei cristiani copti d'Egitto si sono riunite in presidio, non senza qualche momento di tensione, davanti al Duomo di Milano, iniziando con un momento di preghiera, prima in italiano e poi in arabo. Molti hanno esposto crocifissi e immagini sacre, mentre altri reggevano striscioni contro l'atteggiamento del governo egiziano dopo la strage di Alessandria. "Vogliamo far sentire in tutto il mondo il nostro dolore" ha detto Tawadros Romany, uno dei portavoce della comunità.A Roma, in Piazza della Repubblica, davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, circa un migliaio di fedeli della comunità copta ortodossa, non solo della capitale ma anche provenienti da città come Torino, Firenze, Reggio Emilia, hanno attuato il loro sit-in con canti e preghiere, bare posizionate a terra, striscioni in arabo e in italiano per invocare giustizia e chiedere "dov'è la coscienza mondiale di fronte a quello che accade in Egitto?". "Siamo qui per chiedere aiuto una seconda volta, dopo i fatti di un anno fa a Naga Hammadi, e dopo il massacro di Alessandria d'Egitto. Siamo di nuovo in piazza per manifestare il nostro dolore", ha detto il vescovo della diocesi copta ortodossa di Roma e Torino, monsignor Barnaba el-Soryany.