Murales a Beirut, il Libano - Reuters
I libri scolastici, in Libano, costano cinque volte di più rispetto al 2019. Gli stipendi di insegnanti e operatori scolastici non sono più sufficienti a coprire i bisogni primari. E d'altra parte il costo medio per l’istruzione di uno studente si stima sia di 9,3 milioni di lire libanesi: una cifra insostenibile. I dati riguardano le scuole non statali, per lo più di matrice ecclesiale, su cui si regge la rete dell’istruzione libanese.
L'aumento dei costi della scuola rientra nelle conseguenze della terribile crisi economica in cui il Paese è sprofondato, la peggiore degli ultimi trent’anni: la svalutazione della lira libanese rispetto al dollaro USA stravolge la quotidianità della popolazione.
A denunciare le condizioni attuali degli istituti scolastici è stata la Federazione degli Istituti Educativi: il 3 settembre una sua delegazione ha incontrato il presidente del Libano Michel Aoun che, in risposta, ha annunciato la convocazione di una Conferenza straordinaria per affrontare l’emergenza scuola, che è ormai un’allarmante questione nazionale.
“Dobbiamo riaprire le porte delle scuole e far tornare gli studenti. Questo sarebbe il terzo anno che i nostri allievi sono lontani dalle aule. E la cosa non può continuare così” ha dichiarato padre Nasr, coordinatore della Federazione degli Istituti Educativi e Segretario generale delle scuole cattoliche libanesi. Secondo alcuni dati, confermati anche da Ong e Istituzioni internazionali, dal 2019 più di 1,2 milioni di bambini hanno smesso di frequentare le scuole.
La Federazione ha chiesto che le scuole private possano usufruire di “donazioni e sovvenzioni esterne”. Le scuole potrebbero essere inserite tra i beneficiari diretti delle donazioni destinate al settore educativo che verranno convogliate verso il Libano da donatori, Paesi amici e istituzioni internazionali: questa è la proposta degli operatori scolastici privati. Padre Nasr ha riferito che le donazioni mirate finora disposte, che arrivano soprattutto dalla Francia, a vantaggio di singoli istituti scolastici, hanno coperto al massimo il 2% del budget degli istituti scolastici beneficiari.
La situazione del Libano è tornata con potenza sotto ai riflettori in particolare dopo l’esplosione che ha colpito il porto di Beirut il 4 agosto dello scorso anno (200 vittime, 7mila feriti, 300mila sfollati). Oggi nel Paese manca il combustibile, essenziale per alimentare generatori e centrali elettriche, e per permettere alla popolazione di spostarsi. A fine agosto diverse organizzazioni internazionali hanno diffuso un allarme per la carenza di acqua: Unicef, ad esempio, ha stimato che il 70% della popolazione potrebbe rimanere senza. L'acqua non arriva nemmeno in strutture vitali come gli ospedali, che non hanno accesso all'acqua per la mancanza di elettricità. Proprio ieri il servizio di coordinamento umanitario dell’Onu ha annunciato lo stanziamento di 6 milioni di dollari per consentire, per i prossimi tre mesi, a ospedali e cliniche di rimanere aperti.