Sono sicuro che il Pdl deciderà per il meglio" sull'appoggio al governo. "Io penso che non lascerà la coalizione". Lo ha detto Enrico Letta in una intervista alla Bbc, a margine del forum di Cernobbio."Non so cosa accadrà nella discussione interna" al Pdl, ha proseguito Letta, "ma io lavoro sicuro che il governo continuerà a lavorare e che i partiti continueranno a dare il loro sostegno. Credo che la legge debba essere applicata e che il Senato deciderà il modo in cui applicare la legge - ha aggiunto il premier -. Non è un problema del mio governo, non è una responsabilità del mio governo, non devo prendere alcuna decisione. C'è una separazione dei poteri, è un problema del Parlamento". Intanto oggi intorno alle 15 la Giunta del Senato ha iniziato a discutere sulla decadenza di Berlusconi da senatore in seguito alla condanna definitiva della Cassazione nel processo Mediased. Ieri il Cavaliere è rimasto ad Arcore, ha avuto diversi colloqui con dirigenti del Pdl ma non ha parlato, in linea con chi gli consiglia prudenza. Al suo posto è intervenuto Angelino Alfano, che ha fatto un nuovo appello al Pd e al "senso di responsabilità" legando a doppio filo le sorti del governo all'atteggiamento dei dem invitandoli a "ragionare". Da Cernobbio per partecipare al Forum Ambrosetti, il ministro dell'Interno (che si è intrattenuto in un faccia a faccia con Enrico Letta) ieri ha fatto intendere come la decisione di ricorrere alla Corte Europea dimostri che "il caso sia tutt'altro che chiuso". Il segretario pidiellino non esita a definirsi "fiducioso" sulla sentenza "di innocenza" che arriverà dalla corte di Strasburgo. Il vice premier chiede ai Democratici "senso di responsabilità" sottolineando come "Berlusconi più di tutti abbia voluto la nascita dell'esecutivo". Un appello quello di Alfano a cui fa eco quello di Gaetano Quagliariello che confida nella "serenità di giudizio" da parte della Giunta. La levata di scudi del Pdl però non ottiene l'effetto sperato sugli alleati di governo. A ribadire la posizione del Pd ci pensa il responsabile giustizia Danilo Leva: "Basta ricatti - avverte - la legge è uguale per tutti". Concetto caro anche al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che in un'intervista a Skytg24 smentisce l'ipotesi che un'amnistia possa interessare anche Silvio Berlusconi: il provvedimento "non riguarda reati fiscali". A gelare le aspettative pidielline bollando come "inammissibile" il ricorso a Strasburgo è poi Luciano Violante che nei giorni scorsi era stato al centro di polemiche nel Pd per il suo atteggiamento "aperturista" nei confronti delle richieste del Cavaliere. Ma nel Pdl c'è chi non si arrende: il coordinatore Sandro Bondi non esclude infatti "una revisione" dell'internoprocesso Mediaset poichè le indagini condotte dai magistrati svizzeri, mettono in evidenza come l'intera vicenda "si è fondata su di un pregiudizio senza alcuna prova documentata".a strategia è chiara: tentare tutte le strade, dalla Consulta alla corte Europea di Strasburgo per cercare di allungare i tempi di discussione e di conseguenza il voto sulla decadenza.Una mossa che però continua a non convincere l'ala più dura del Pdl. I falchi lo continuano a ripetere anche al Cavaliere: dilazionare i tempi - è in sintesi il ragionamento - porta inevitabilmente a chiudere la finestra elettorale dell'autunno e comunque non ritarda la procura di Milano chiamata a ricalcolare i tempi dell'interdizione.Discorsi e rischi che il Cavaliere conosce bene ecco perchè nessuna decisione finale è stata presa. In settimana (pare già martedì) l'ex premier dovrebbe far rientro a Roma per decidere con i suoi, alla luce anche delle notizie che arriveranno da palazzo Madama, se cambiare o meno strategia.