La legge di Stabilità «si può migliorare in Parlamento», ma sul provvedimento «si sono create aspettative eccessive, fonte di problemi». Il presidente del Consiglio Letta risponde al pressing di partiti e forze sociali parlando ieri sera all’assemblea dei gruppi parlamentari del Pd. E invita alla prudenza e alla concretezza: «Scorciatoie e scelte avventate non sarebbero da persone serie». Non solo, Letta avverte il suo partito. Il Parlamento farà la sua parte, ma «l’ultima cosa che deve fare il Pd è alzare cento bandiere e poi lamentarsi che le sue priorità non sono passate. Occorrono poche battaglie e su quelle lavorare».
«Gli ultimi sei mesi – sottolinea il premier – sono stati una corsa a ostacoli». Ora comincia «una trasvolata atlantica» nella quale «non vediamo ancora i grattacieli di New York ma la direzione è quella giusta». Il ddl stabilità «può segnare un’inversione di marcia» per far crescere il Paese. Intanto si è dimostrata «l’importanza di tenere i conti a posto». Infatti, «per la prima volta la manovra non si apre con un primo capitolo di tagli per ridurre il deficit» e «in più abbiamo un bonus di 3 miliardi per la crescita», ha osservato.Letta ha chiarito le direttrici dell’azione parlamentare sulla legge di stabilità, sottolineando che «non è come la vecchia finanziaria, ha un contenuto più limitato e ci potranno essere altri veicoli su cui far viaggiare le nostre proposte per la crescita». Come il collegato al ddl stabilità da 16 articoli con misure per lo sviluppo, le imprese e la deburocratizzazione, che, si è appreso ieri, approderà al prossimo Consiglio dei ministri, sotto il nome di «Destinazione Italia». Tra le misure, un meccanismo taglia-bollette per ridurre del 15-20% il peso degli oneri sulle tariffe, il trasferimento gratuito del conto corrente bancario, l’obbligo per il governo di predisporre ogni anno, prima del 30 giugno, un programma nazionale di politica industriale. E ancora: credito di imposta per imprese che investono in ricerca (200 milioni), e un fondo per favorire digitalizzazione e ammodernamento tecnologico delle piccole imprese. Misure anche per contrastare la crisi dell’editoria.
Tornando alla manovra, il termine per presentare gli emendamenti in commissione Bilancio al Senato è stato fatto slittare da oggi a sabato mattina. Segno che c’è difficoltà nella maggioranza a concordare le modifiche. «La discussione che dovremo fare riguarda come scrivere la nuova Service tax (imposta sugli immobili, ndr) e come indirizzare le scelte sul cuneo fiscale, con 5 miliardi in tre anni». Sul cuneo «ci sono due strade. Si può restringere la platea per dare più respiro a chi ne usufruisce. O si può dire che una riduzione forte la faremo quando ritornano risorse, per esempio dalla Svizzera, e in quel caso potremmo utilizzare i 5 miliardi per spese sociali». Nei giorni scorsi si è ragionato soprattutto sulla prima ipotesi, con l’idea di far scendere la soglia di reddito al di sotto della quale si ottengono i benefici fiscali. Ora spunta la strada delle spese sociali, cioè interventi non sui redditi medio bassi, ma su incapienti e fasce più bisognose.
I partiti di maggioranza stanno cercando risorse aggiuntive per il 2014 per addolcire la Tasi sulla prima casa (con il ripristino delle detrazioni) e intervenire sul cuneo. Ma dalle pensioni, agli esodati, agli ammortizzatori i capitoli da rimpinguare sarebbero diversi.