Poco prima di partire, Letta, parlando a un convegno di Federcasse, aveva tuonato contro «gli ayatollah del rigore», contro coloro a tagli e sacrifici «non bastano mai. Ma attenzione: di troppo rigore l’Europa finirà per morire e così le nostre imprese». Ma il premier non si era nemmeno iscritto nel partito della spesa facile o del deficit: . «Siamo tirati da una parte sul fronte europeo, dove alcuni credono che il rigore non sia mai abbastanza e, sul fronte interno, troppi pensano che si possa fare deficit, noi siamo nel mezzo e non è semplice. La stagione del rigore occorre lasciarla alle spalle, ma la stagione della crescita deve essere basata sulla solidità dei conti». E, stavolta, almeno, «noi abbiamo i conti in ordine». A Berlino, Letta ha voluto rassicurare l’opinione pubblica tedesca sulla solidità della situazione economica: «Solo Italia e Germania riescono a restare sotto il 3% nel 2014.
Dobbiamo uscire dalla crisi passo per passo. L’anno prossimo sarà il primo anno di crescita per l’Italia. Noi ci attendiamo l’1%, la Ue si attende lo 0,7. Comunque sia, sarà un anno di crescita». E, come aveva detto al termine del vertice con il presidente francese Hollande, Letta ha ribadito che la prossima legislatura Ue – che si apre con le elezioni europee di maggio 2014 – «dovrà essere la legislatura della crescita, la crescita dovrà essere lo slogan dei prossimi cinque anni». E ha ribadito l’invito a stare insieme: «Se pensiamo al ranking del G8 tra dieci anni non ci sarà più nessun Paese europeo: ci saranno solo Paesi più grandi. Il G8 ci vedrà assenti: l’unico modo per essere influenti sarà di essere uniti». Non sono mancate da parte del pubblico tedesco domande sulla politica italiana. Letta ha detto di sentirsi saldamente in sella, dopo la scissione di Alfano.
Per la stabilità del governo, ha detto, Berlusconi «non è più un pericolo», perché «ora c’è una maggioranza più chiara» e «sono più forte». Quanto a Matteo Renzi, il presidente del Consiglio ha rassicurato gli interlocutori: «Siamo amici e lavoreremo insieme. Abbiamo imparato la lezione dagli errori del Pd, visto che i governi di centrosinistra sono caduti sempre per rivalità interne». Quanto all’Unione Europea, infine, Letta ha chiesto un leader «eletto direttamente» dai cittadini. E poi ha aggiunto: «Vorrei essere un dittatore per 30 minuti in Europa per fare una legge e togliere tutte le sigle nelle discussioni europee perché non ci si capisce più nulla. Noi dobbiamo occuparci dei contenuti e non della burocrazia europea».