sabato 23 novembre 2013
​ «Ora sono più forte, ho una maggioranza più chiara. Renzi? Collaboreremo»  E avverte: no agli ayatollah del rigore. Basta tagli e tasse o Grillo andrà al 51%.  Ai tedeschi ribadisce: «L’Unione europea sia più solidale. Se non siamo uniti finiremo tutti fuori dal G8»
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Per convincere i tedeschi a cambia­re idea sulle politiche europee di svi­luppo il premier Enrico Letta, ieri sera a Berlino per una conferenza orga­nizzata dalla Sueddeutsche Zeitung, ha un argomento molto forte. Ossia il rischio di un trionfo del populismo anti-euro: «Se si dovessero mettere solo tasse e tagliare spe­se – è il ragionamento del premier davan­ti agli ospiti tedeschi – Grillo avrà la mag­gioranza, supererà il 50%. Lo dico sempre quando parlo con le istituzioni europee, perché dobbiamo dire ai cittadini che do­po i sacrifici si raccoglieranno i frutti, al­trimenti Grillo andrà al 50%».
Poco prima di partire, Letta, parlando a un convegno di Federcasse, aveva tuonato contro «gli ayatollah del rigore», contro coloro a tagli e sacrifici «non bastano mai. Ma atten­zione: di troppo rigore l’Europa finirà per morire e così le nostre imprese». Ma il pre­mier non si era nemmeno iscritto nel par­tito della spesa facile o del deficit: . «Sia­mo tirati da una parte sul fronte europeo, dove alcuni credo­no che il rigore non sia mai abbastanza e, sul fronte inter­no, troppi pensano che si possa fare deficit, noi siamo nel mezzo e non è semplice. La sta­gione del rigore oc­corre lasciarla alle spalle, ma la sta­gione della crescita deve essere basata sulla solidità dei conti». E, stavolta, almeno, «noi ab­biamo i conti in ordine». A Berlino, Letta ha voluto rassicurare l’o­pinione pubblica tedesca sulla solidità del­la situazione economica: «Solo Italia e Ger­mania riescono a restare sotto il 3% nel 2014.
Dobbiamo uscire dalla crisi passo per passo. L’anno prossimo sarà il primo anno di crescita per l’Italia. Noi ci atten­diamo l’1%, la Ue si attende lo 0,7. Co­munque sia, sarà un anno di crescita». E, come aveva detto al termine del vertice con il presidente francese Hollande, Let­ta ha ribadito che la prossima legislatura Ue – che si apre con le elezioni europee di maggio 2014 – «dovrà essere la legislatura della crescita, la crescita dovrà essere lo slogan dei prossimi cinque anni». E ha ri­badito l’invito a stare insieme: «Se pen­siamo al ranking del G8 tra dieci anni non ci sarà più nessun Paese europeo: ci sa­ranno solo Paesi più grandi. Il G8 ci vedrà assenti: l’unico modo per essere influen­ti sarà di essere uniti». Non sono manca­te da parte del pubblico tedesco doman­de sulla politica italiana. Letta ha detto di sentirsi saldamente in sella, dopo la scis­sione di Alfano.
Per la stabilità del gover­no, ha detto, Berlusconi «non è più un pe­ricolo», perché «ora c’è una maggioranza più chiara» e «sono più forte». Quanto a Matteo Renzi, il presidente del Consiglio ha rassicurato gli interlocutori: «Siamo a­mici e lavoreremo insieme. Abbiamo im­parato la lezione dagli errori del Pd, visto che i governi di centrosinistra sono cadu­ti sempre per rivalità interne». Quanto all’Unione Europea, infine, Letta ha chiesto un leader «eletto direttamente» dai cittadini. E poi ha aggiunto: «Vorrei es­sere un dittatore per 30 minuti in Europa per fare una legge e togliere tutte le sigle nelle discussioni europee perché non ci si capisce più nulla. Noi dobbiamo occu­parci dei contenuti e non della burocrazia europea».
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