Ci sono soprattutto foto delle figlie
sul profilo Facebook di Edlira, la donna che questa mattina in
casa a Lecco ha ucciso le tre bambine e poi ha tentato il
suicidio.
"Le mie figlie sono tutta la mia forza" ha scritto meno di
una settimana fa, il 3 marzo. Pensando a quanto è successo oggi
fa effetto una frase che ha condiviso il 25 febbraio "Ricordati
sempre che non è il coltello in sé che ferisce, ma la mano che
lo impugna".
Non era da molto che Edlira, o meglio Eda, era su Facebook:
solo da giugno e oltre a qualche foto in villeggiatura, qualche
sua immagine con i capelli biondi sciolti o dei lavori che
faceva a mano, come centrini e borsine, protagoniste assolute
sono le bambine. Come commento a un'immagine della piccola
Sidney ha scritto 'Il mio angelo custode". Caricando quattro
immagini della più grande, Simona, a luglio ha commentato
"avere una figlia da giovane è una cosa bellissima, che ci
aiuta a mantenerci giovani".
L'impressione che si ricava è quella di una donna romantica
(fra i suoi film preferiti ha elencato Titanic, Ghost, Dirty
Dancing, La ricerca della felicità e anche Shrek) e fra i libri
'Lettera a un bambino mai natò di Oriana Fallaci.
Gli ultimi due post sono frasi condivise due giorni fa.
Nessun messaggio esplicito alla partenza del marito e alla
decisione di separarsi. Una è una storia sulla fiducia che una
volta persa non si trova più, l'altra invece è una frase di
Massimo Bisotti "Chi non vuol esserci non c'è nemmeno se ti ci
siedi accanto. Chi c'è, c'è anche quando credi che non ci sia".Rintracciato grazie a un parente già
nel corso della mattinata, durante il suo viaggio, e informato
della tragedia occorsa alla sua famiglia, l'uomo, Bashkim
Dobrushi, di 45 anni, un operaio metalmeccanico che da 15 anni
vive stabilmente in Italia e ha doppia cittadinanza,
incensurato, sta ora tornando a Lecco. I carabinieri lo
attendono per domattina quando lo sentiranno in caserma.
Il padre delle tre bambine aveva preso quindici giorni di
ferie per recarsi a Kukes, suo paese natale, per spiegare alle
famiglie d'origine la decisione di separarsi dalla moglie. Dalla
carta d'imbarco risulta aver preso il traghetto da Bari per
Durazzo sabato. A rintracciarlo è stato il fratello, che abita
anch'egli a Lecco."Ero disperata, sono stata io". Con
queste parole, alla fine di un lungo interrogatorio, Edlira
Dobrusci, ha ammesso le sue responsabilità nell'omicidio delle
tre figlie. La 37enne albanese è stata arrestata dai carabinieri
di Lecco.Ha ucciso le figlie utilizzando due
coltelli e poi ne ha rivolto uno verso se stessa tentando il
suicidio. È uno dei particolari che emergono dalle indagini
sulla dinamica del triplice delitto avvenuto stamani all'alba a
Lecco. La madre, che è stata arrestata, si è così ferita in modo
non grave ai polsi e agli avambracci.Dopo avere ucciso le sue tre figlie
- Simona, Casey e Sindey -, la madre ha ricomposto cadaveri
insanguinati sul letto della sua camera. Il particolare emerge
dalle indagini nell'appartamento del triplice delitto a Lecco.
Poi la 37enne ha suonato a un vicino di casa dicendo: "le mie
figlie non ci sono più".
L'allarme ai carabinieri di Lecco è
giunto pochi minuti prima delle 6,30 quando il 118 ha avvisato i
militari di avere soccorso una donna in una palazzina in
evidente stato confusionale e completamente imbrattata di
sangue. A chiamare i soccorritori è stato un vicino di casa che
ha sentito delle grida ma ha pensato a un litigio. È stata poi
l'assassina a suonare alla sua porta.
Quando i carabinieri sono arrivati sul posto hanno trovato
una scena sconvolgente, con i tre corpi della bambine ricomposti
sul letto nella camera matrimoniale, ma con tutta probabilità
colpiti altrove. Due delle figlie, presumibilmente le più
piccole, potrebbero essere state colpite nel sonno, mentre la
più grande, dal tipo di ferite che presenta, sarebbe riuscita a
rendersi conto dell'aggressione tentando di difendersi. La
dinamica esatta di quanto accaduto è però ancora da chiarire nei
suoi particolari, visto che la donna si trova in uno stato di
prostrazione, ricoverata in ospedale e dopo avere confessato non
ha fornito molti altri elementi sul suo raptus.
Di certo ha usato due coltelli, che sono stati trovati nel
piccolo appartamento, di circa 60 metri quadrati, composto dalla
camera matrimoniale, da una stanza dei bambini con due letti a
castello e da un soggiorno. Alla fine la madre ha tentato di
tagliarsi le vene procurandosi però solo delle profonde ferite
agli avambracci e, grondante sangue è uscita sul pianerottolo ha
suonato al vicino ed è stata trovata delirante nell'androne dai
carabinieri corsi sul posto.