martedì 17 settembre 2013
​Nel caso di una crisi del governo Letta la situazione rischia di diventare esplosiva, trasformando il Parlamento in un campo di battaglie. Un elenco stringato (e necessariamente incompleto) dei provvedimenti in cantiere che rischierebbero di finire al macero.
Governo in bilico, Letta: non sarò il parafulmine
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In teoria una crisi di governo non dovrebbe mettere a rischio l’approvazione parlamentare dei decreti licenziati dal governo, che potrebbero essere approvati dalle due Camere anche durante il periodo delle consultazioni. E neanche sarebbe preclusa a un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione l’approvazione di nuovi decreti con carattere d’urgenza. Tuttavia l’esperienza insegna che un clima di instabilità e di inevitabile scontro conseguente alla crisi è un forte ostacolo a un ordinato lavoro parlamentare. Nel caso di una crisi del governo Letta, poi, la situazione – in mancanza di una chiara maggioranza – rischia di diventare davvero esplosiva, trasformando il Parlamento in un campo di battaglie. Quello che segue è un elenco stringato e necessariamente incompleto dei provvedimenti in cantiere che rischierebbero di finire al macero in caso di una grave rottura all’interno della maggioranza che sostiene il governo Letta.CULTURA / BENI CULTURALI E SCUOLA IN BILICOIn controtendenza rispetto agli ultimi anni, quando le forbici non avevano risparmiato istruzione e cultura, in agosto il governo ha varato due decreti appositi. Il primo, noto anche come decreto Pompei (n. 91 agosto del 2013), oltre a stanziare fondi per la valorizzazione turistica dell’importante sito archeologico vesuviano, prevede stanziamenti per la catalogazione dei beni culturali, il salvataggio delle fondazioni lirico-sinfoniche e finanziamenti per gli Uffizi, la Reggia di Caserta e altri siti artisticamente rilevanti. Anche il decreto sulla scuola (104 del 12 settembre) prevede alcune novità: l’eliminazione del bonus maturità – che creava disparità per l’accesso ai test per l’università – la possibilità di utilizzare i testi vecchi, le sanzioni per chi utilizza sigarette elettroniche, la stabilizzazione di personale Ata e di 27mila insegnanti di sostegno. Quattrocento milioni di euro la spesa complessiva per la scuola, nella quale è prevista anche una somma per finanziare il wi-fi nelle classi, una più incisiva lotta alla dispersione scolastica, un programma di orientamento per la scelta degli indirizzi. Entrambi i decreti, licenziati dal governo, sono in attesa di essere convertiti dai due rami del Parlamento.ECONOMIA / A RISCHIO IMU, IVA E LEGGE DI STABILITÀIl governo ha annunciato le due misure per cancellare l’Imu sulla prima casa per tutti gli italiani (con l’esclusione delle residenze di lusso) e per evitare l’aumento di un punto di Iva, previsto dalle manovre degli anni passati. Però ancora non ha presentato i decreti necessari. In caso di crisi di governo è abbastanza probabile che le due misure finiscano per saltare. Lo ha ammesso anche lo stesso premier Enrico Letta domenica scorsa: «Se il governo dovesse cadere l’Imu dovremo pagarla e la legge di stabilità la scriveranno a Bruxelles». Sì, perché anche la legge di stabilità (quella che in passato era la legge finanziaria) deve essere approvata entro la fine dell’anno. Per un eventuale nuovo governo che dovesse sostituire quello attualmente in carica far approvare un’altra manovra entro dicembre sarebbe una vera e propria corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio. E la conseguente figuraccia in Europa.OCCUPAZIONE / «FARE2» E PRECARI P.A. TUTTO AL MACERO?Ci sono una serie di misure per favorire la competitività e l’occupazione, previsti nell’annunciato – ma non ancora presentato – decreto del governo denominato "Fare2". Nel provvedimento si propone una soluzione per le miniere di carbone del Sulcis, si riordina la rete dei benzinai e si mette ordine nelle bollette energetiche (con auspicati vantaggi anche per le famiglie), si destinano fondi per le piccole e medie imprese, specie per favorire l’occupazione e la digitalizzazione, e si stabilisce la possibilità di effettuare una compensazione tra le somme dovute all’erario e gli eventuali crediti vantati nei confronti di amministrazioni pubbliche. Non ancora convertito dalle Camere, invece, il decreto 101 sul precariato nella pubblica amministrazione, che riduce la possibilità di nuovi contratti a termine, in cambio dell’assunzione nei ruoli di buona parte dei precari. Solo nel comparto sanitario è prevista la stabilizzazione di 35mila persone.ISTITUZIONE / RIFORME, PERICOLO DI AZZERAMENTOLa crisi dell’attuale esecutivo delle larghe intese provocherebbe con ogni probabilità la fine del clima costituente che si è fin qui raggiunto attorno alle riforme della Costituzione, grazie all’impegno della commissione di saggi guidata dal ministro Gaetano Quagliariello. In alto mare finirebbero contestualmente anche la riforma del "Porcellum" – anche se finora la modifica della legge elettorale non ha fatto grandi passi in avanti – nonché l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e l’abolizione delle Province. Tra i decreti a rischio anche quello sul cosiddetto femminicidio, approvato dal Consiglio dei ministri il 14 agosto scorso, che inasprisce le pene per le violenze contro le donne. L’Italia dovrà poi presiedere nel secondo semestre del 2014 (dal primo luglio a fine dicembre) il Consiglio dei ministri dell’Ue. È un appuntamento di grande prestigio internazionale che va ovviamente preparato con largo anticipo: non a caso, già gli "sherpa" del governo sono da tempo al lavoro per questo obiettivo. Una crisi di governo al buio comporterebbe l’azzeramento di tutto il lavoro fatto finora.
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