Un accorato appello alle istituzioni è stato lanciato dal parroco dell'isola, don Stefano Nastasi. «Continuano gli sbarchi di fratelli migranti, ma non con la stessa velocità con laquale arrivano le risposte alla comunità di Lampedusa e ai migranti in cerca di speranza - ha detto -. Tace ufficialmente il governo che opera unicamente tramite i suoi organi periferici ma non ascoltando le richieste della popolazione dell'Isola di Lampedusa». «La popolazione - ha concluso il parroco - ha bisogno di risposte concrete e di presenze reali. L'assenza degli uomini di governo è stata ed è grave. Siamo non l'ultimo lembo d'Italia, ma la prima porta del mediterraneo. Non è più solo questione di tende precarie».
LA RUSSA, TUTTI CONDIVIDANO CON NOI PESO MIGRANTI«L'autorevolezza che deriva all'Italia dalla partecipazione a pieno titolo alla missione voluta dall'Onu sulla Libia vogliamo usarla per chiedere a tutti gli Stati di dividere con noi il peso del flusso migratorio, delle migliaia di persone che in teoria potrebbero sbarcare clandestinamente, da profughi, sul nostro territorio». Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervenendo a Mattino Cinque, su Canale 5. «Il nostro - ha aggiunto La Russa - è un appello autorevole: se non avessimo partecipato sarebbe meno autorevole».
ACNUR, PREOCCUPATI PER SITUAZIONE LAMPEDUSAL'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) esprime «grave preoccupazione» per la situazione umanitaria dei circa 5mila migranti presenti a Lampedusa, inclusi i quasi 2mila che si trovano all'interno del Centro di accoglienza in condizioni di estremo sovraffollamento. «Questa struttura ha una capienza massima di 850 posti e non é in grado - fa notare l'organizzazione - di ospitare un così alto numero di persone. Di conseguenza, circa 3mila migranti sono costretti a dormire all'addiaccio sia negli spazi adiacenti al Centro di accoglienza sia direttamente sul molo, senza neanche potersi riparare dalla pioggia, in condizioni igienico sanitarie sempre più critiche. In questa insostenibile situazione, nonostante gli sforzi degli operatori umanitari, l'assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi».Secondo l'Acnur, inoltre, con l'eccessivo numero di persone presenti sull'isola si è creata una situazione allarmante che è alla base di una crescente tensione sia tra i migranti che tra loro e la popolazione locale (la proporzione sta toccando la soglia di un migrante per cittadino). Ricordando che il centro di Contrada Imbriacola è stato realizzato per fornire una prima accoglienza ai migranti, in attesa del loro rapido trasferimento, l'Acnur afferma che «senza un adeguato sistema di rapido trasferimento dei migranti fuori dall'isola si rischia anche di far saltare un equilibrio di convivenza con la comunità lampedusana che vive questa situazione con grave disagio e comprensibile apprensione». I migranti presenti sull'isola sono quasi esclusivamente tunisini, motivati a lasciare il Paese in prevalenza per ragioni economiche e solo un'esigua minoranza ha manifestato bisogno di protezione internazionale. L'Acnur ritiene che il flusso di giovani tunisini a Lampedusa non sia correlato alla crisi in atto in Libia. «Tuttavia con l'aggravarsi della situazione in Libia aumenta la probabilità - osserva - di un possibile flusso di civili bisognosi di protezione internazionale che potrebbero riversarsi sia verso i Paesi confinanti, come già sta avvenendo da settimane, che verso i Paesi della sponda nord del Mediterraneo, inclusa l'Italia. Anche considerando questa prospettiva, l'Alto Commissariato auspica che i trasferimenti dei migranti vengano «urgentemente intensificati attraverso un sistema logistico strutturato affinché il centro di Lampedusa possa essere quanto prima decongestionato e rimanere un luogo di transito a disposizione per il primo soccorso». A tal fine l'Acnur sollecita le autorità competenti a mettere «rapidamente in atto piani di intervento e a individuare nuove e ulteriori strutture d'accoglienza sul territorio italiano, così come annunciato dal ministro dell'Interno».
LIBICI SBARCATI NEL CATANESEI 124 migranti sbarcati la notte scorsa a Catania sono stati trasferiti nel Palanitta: più fonti investigative nutrono perplessità sulla nazionalità dichiarata dagli extracomunitari al loro loro arrivo in Sicilia: per le forze dell'ordine sarebbero infatti egiziani e libici. Secondo un censimento ufficiale 68 di loro hanno detto di essere minorenni, e resteranno al Palanitta in attesa di ulteriori accertamenti, e gli altri sono adulti e stanno per essere trasferiti in un centro di Pozzallo (Ragusa) e non più a Crotone, come era stato reso noto in un primo momento. Un migrante è stato condotto in ambulanza nell'ospedale Vittorio Emanuele dove è stato ricoverato per accertamenti. Sarebbero per la maggior parte egiziani i 124 migranti. Ne sono convinti gli investigatori che nella barca bloccata al largo del capoluogo etneo hanno trovato documenti di identità e soldi egiziani. Al loro arrivo gli extracomunitari hanno detto di essere libici, e le forze dell'ordine sospettano che lo abbiano fatto per ottenere il diritto d'asilo.