«La Cina utilizzi la sua autorevolezza per mettere fine al conflitto in Ucraina». Nel terzo giorno della sua visita in Cina, improntata a grande cordialità nel rapporto fra i due Paesi, è questo il passaggio più significativo di Sergio Mattarella. «La Cina - dice il presidente della Repubblica nella sua lectio magistralis all’università di Beida a Pechino nella cerimonia che ha visto la firma per l’inaugurazione della cattedra di studi italiani - è uno dei protagonisti fondamentali della vita internazionale», e il capo dello Stato ha espresso l’aspettativa che «faccia uso della sua grande autorevolezza sul proscenio internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale, adoperandosi per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza e alla integrità territoriale dell’Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite e delle norme del diritto internazionale».
Un discorso franco, perché «fra amici» non ci devono essere «veli». Se mercoledì alla presenza del presidente cinese Xi Jinping aveva auspicato che fosse un ritorno ai «blocchi contrapposti» e a «ingiustificabili steccati» il nuovo invito di Mattarella a Pechino è a esercitare la sua leadership «all’altezza delle crisi di oggi» fino in fondo: «Si adoperi per mettere fine al conflitto in Ucraina» e «aggiunga la sua voce» per far cessare la guerra in Medio Oriente.
Un invito che contiene un pieno riconoscimento alla Cina di un ruolo strategico sullo scacchiere internazionale. L’Italia, dal canto suo, giocherà un ruolo importante nel legame tra l’Unione europea e la Cina, con l’obiettivo comune di «costruire un futuro di pace».
Si tratta di uno degli eventi clou di questa visita. L’Università Beida di Pechino forma più di 28mila studenti, la cerimonia di firma per l’inaugurazione della cattedra di “Studi italiani”, è finanziata dalla fondazione Agnelli. È presente anche John Elkann, c’è Romano Prodi a cui è stato assegnata la prima cattedra («Per me è stata una sorpresa», dice. Trump? «Se fa le cose che ha detto finisce male...»), c’e’ Pier Ferdinando Casini, nuovo presidente onorario del forum Cina-Italia. E ci sono tanti ragazzi venuti ad ascoltare il presidente della Repubblica.
«La visita della presidente Meloni e mia a distanza di pochi mesi sottolinea la volontà dell'Italia di intensificare il più possibile i già eccellenti rapporti tra Cina e Italia», dice Mattarella. E dentro un interscambio che nell'arco di sei anni, tra il 2016 e il 2022, è quasi raddoppiato, passando da 38 miliardi a quasi 74, sottolinea, come aveva fatto già Meloni a Pechino « l’esigenza di un riequilibrio nello sviluppo dei rapporti commerciali, tra esportazioni e importazioni tra Cina e Italia».