martedì 13 giugno 2023
Il resoconto (mai pubblicato) di una chiacchierata con il già vecchio leader: "È come se avessi vissuto 10 vite Tutte mi hanno lasciato qualcosa di bello, ma la politica no"
«La politica è sporca. E l'Italia non mi ha capito»
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Ricordo tutto di quel giorno. L’espressione triste come il tono della voce. L’analisi vera. Impietosa. «È come se io avessi vissuto dieci vite. Tutte piene di colori, di successi, di emozioni, di volti, di affetti. E tutte capaci di lasciarmi qualcosa di bello, di grande... Ma la politica no, la politica proprio no». Era Silvio Berlusconi a parlare, io lo ascoltavo in silenzio. Senza interromperlo. Senza fare domande. Vedevo un uomo stanco. Deluso. Solo. Sì, oggi userei questo aggettivo per raccontare l’uomo che ascoltai quella sera. Era una primavera di qualche anno fa. Berlusconi era solo. Solo nonostante il potere.

Solo nonostante il denaro. Solo in quel salone affrescato di quel palazzo d’epoca davanti Montecitorio dove donne di mezza età sorridevano senza un vero motivo e aspettavano il loro momento per un selfie. Egli mi parlava senza nascondere un certo distacco, a tratti anche un certo disprezzo, verso la politica. Usò poche parole per raccontare le «miserie» di quel mondo: «... nemmeno immagina quanta ingratitudine e quanto opportunismo abitino in questi Palazzi». Poi, senza cambiare tono, allargò quell’atto d’accusa. « Ho amato la politica perché ho amato questo Paese così bello e così malandato. Volevo rimetterlo in piedi. Volevo prenderlo per mano e trascinarlo fuori dal pantano...».

Berlusconi non diceva “l’ho rimesso in piedi”; diceva “volevo rimetterlo in piedi”. E in quel momento faceva i conti con la sconfitta patita. Attimi lunghi, intensi. Poi il Cavaliere riprese con una domanda. A me, ma soprattutto a lui. «... Nemmeno immagina quante volte mi sono chiesto: questo Paese mi ha capito? Mi ha voluto bene come gliene ho voluto io?». Aspettai la risposta, ma Berlusconi mi salutò con un sorriso e quello sfogo restò come sospeso. Senza un vero inizio e senza una vera fine. Rispettai l’accordo e non scrissi mai nulla di quei dieci minuti con lui. Oggi però è diverso e posso scriverne. Oggi il titolo di allora ha un valore, una forza: “ La politica è sporca e l’Italia non mi ha sempre capito”, mi raccontò quella sera il Cavaliere. E quel «sempre» aiuta a comprendere fino in fondo la sua vita politica. Un accavallarsi di vittorie e di sconfitte. Di gioie e di amarezze. Berlusconi è stato tutto. Anche nella sua seconda vita. Ha inventato Forza Italia. Ha costruito il centrodestra. È stato quattro volte premier. Ma è stato anche un politico spesso egoista. Ha sbagliato a scegliere i propri collaboratori. Non è stato capace di formare una classe dirigente credibile e di inventarsi un successore con una forza e una visione. Più volte ho pensato a quella domanda: questa Italia ha capito Berlusconi? Ha apprezzato le sue intuizioni? Ha perdonato i suoi eccessi? Le prossime settimane aiuteranno a capire i due Berlusconi che abbiamo conosciuto. Uno è stato egocentrico.

E ha sempre pensato (spesso con qualche ragione) che la propria capacità di comando potesse essere sempre la soluzione. Un altro mi ha colpito per la mente aperta, il senso pratico, la visione del futuro. Per la sua capacità di capire meglio di chiunque altro le emozioni e le passioni degli italiani. E di preoccuparsi in modo quasi ossessivo di come stanno, di cosa pensano, di cosa sperano, di cosa li preoccupa. Da quella sera di primavera Berlusconi è mestamente uscito di scena. Sempre più lontano da quei palazzi romani che non ha mai amato. Sempre meno in tv e sui giornali. E sempre più nella “sua” Milano, a fare i conti con pochi amici veri sulle luci e sulle ombre di una vita. Notti senza sonno, dove le pagine buie si confondevano con quelle luminose. E dove un Cavaliere stanco continuava a interrogarsi sottovoce su questa Italia: «Spesso non mi ha capito, ma io non mi sono mai tirato indietro. Ho pensato di restare lì a difendere la libertà solo per amore della libertà. E forse un giorno tutto questo sarà più chiaro».

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