La crisi, la crisi. Come un mantra questa parola paurosa viene ripetuta con cadenza ossessiva da tutti. Una sorta di Moloch a cui non è possibile sfuggire. E, in realtà, la situazione è molto difficile e abbisogna di nuove e radicali riforme per poter superare questi scogli. Eppure in questo quadro tendente al grigio scuro se non proprio al nero, vi sono iniziative, imprese, persone che hanno il sapore della sfida. Del guanto gettato in faccia alla paura che spesso è il primo gradino da salire se si vuole ricominciare. Alla fine di questo difficile 2012, quindi, Avvenire propone una serie di storie di persone che non si sono arrese. Che non hanno lasciato che la situazione difficile li schiacciasse. Che si sono rimboccate le maniche e sono ripartiti. Storie che vedono protagonisti di tutti i generi. Dai giovani disoccupati torinesi che si sono inventati un mestiere di restauratori di biciclette, alla media azienda varesina che - con sagacia e lungimiranza - ha investito nelle nuove tecnologie e ora continua a fare utili esportando nel mondo una nuova macchina alesatrice. Dal Nord al Sud. Ci sono le imprese lombarde che si sono unite creando un “distretto sicurezza” capace di offrire, nell’ambito di un’attenzione sempre più mirata alla lotta agli infortuni sul lavoro, un pacchetto chiavi in mano che copre tutti gli aspetti della salvaguardia della salute. E c’è il giovane imprenditore siciliano che nel suo quartiere generale di Mondello viaggia in tutto il mondo via Internet creando - con il suo staff - filmati pubblicitari acquistati da imprese leader a livello mondiale.Vittorie di squadra e vittorie personali. Come quelle di due donne: una studentessa e un’insegnante che hanno saputo trovare in loro – e grazie all’aiuto di alcuni amici – le risorse per ricominciare prioprio quando sembrava impossibile. Sono tutti segni che testimoniano che la crisi, qualunque crisi, si può guardare in faccia. E battere.Palermo, nuovi posti di lavoro grazie al “Carosello” onlineMentre attorno la crisi ha falcidiato i posti di lavoro e mandato sul latrico gli imprenditori, c’è un’azienda che, puntando sull’innovazione e sull’entusiasmo tutto giovanile, ha superato indenne il 2012, riuscendo perfino ad assumere una decina di nuovi dipendenti. Si chiama Mosaicoon il miracolo dell’imprenditoria under 35 a Palermo, che tra gli alberi di Mondello, a pochi passi dalla spiaggia più rinomata della città, mantiene il suo quartier generale, tessendo relazioni con committenti di tutta Europa. Grafici, creativi, producer, programmatori, quasi tutti siciliani, hanno fatto dei video virali la loro idea imprenditoriale vincente. Si tratta di filmati pubblicitari che, grazie ai contenuti "contagiosi", vengono condivisi dagli utenti in rete, conquistati dalla qualità dei contenuti. Aziende leader come Vileda, Warner Bros, McDonald, Algida si sono fidate di questi inventori del Carosello contemporaneo, non mirato esclusivamente al prodotto, ma con un valore aggiunto in termini di storia, di narrazione, di piacevolezza.E quest’anno hanno fatto l’en plein di premi per l’innovazione e, dopo Palermo, Roma e Milano, hanno inaugurato la sede di Londra. Mosaicoon ha vinto il Premio Start Up Nation, il concorso promosso dall’ambasciata italiana d’Israele rivolto a imprese ICT italiane, è stata nominata migliore Start up dell’anno e ha ricevuto il premio Italia Unicredit.Ma oltre al successo sono arrivati anche i nuovi posti di lavoro. «Abbiamo assunto una decina di persone e adesso siamo quasi trenta, tutti con meno di 35 anni e tanta voglia di creare» racconta con il suo entusiasmo da trentenne pieno di idee Ugo Parodi Giusino, che dopo la laurea al Dams fondò una piccola società con altri due laureati siciliani e uno spagnolo, che si sarebbe trasformata nel primo venture capital in Sicilia, cioè il primo investimento di capitali su una società nascente scelta per le sue idee innovative e per il management di qualità. A scommettere 650mila euro sulla Mosaicoon spa è Vertis s.g.r. tramite il fondo di investimento Vertis Venture che utilizza per il 50 per cento il "Fondo hi-tech per il Sud" del ministero dell’Università e della Ricerca. Il risultato è che nel 2007 i quattro pionieri (Ugo Parodi, Marco Imperato, Giuseppe Costanza e Juan Serrano Ortiz), grazie al sostegno del consorzio Arca, l’incubatore d’impresa dell’Università di Palermo, aprirono la strada di un modo innovativo di fare pubblicità via internet distribuendo video e, ad appena cinque anni di distanza, il progetto ha fruttato contratti con aziende di mezzo mondo e assunzioni di giovani entusiasti e creativi.«Siamo riusciti a inserirci nel mercato della pubblicità via internet che è in grande crescita - ammette Parodi -In più puntiamo su un prodotto innovativo e poi abbiamo una grande voglia di lavorare e di confrontarci con tutte le sfide che si presentano». Senza mai disdegnare un brainstorming sulla spiaggia di Mondello: con quel mare si pensa meglio. Alessandra Turrisi
«Banca addio, aggiusto le biciclette»Lasciare un posto in banca per dedicarsi alle biciclette. Investire sul futuro a partire dalle intramontabili due ruote, il mezzo di trasporto più economico. «Un settore in cui mi è sembrato che si potesse investire, visto che i tanti che non si possono più permettere l’auto si spostano il più possibile in bici». È la storia di Marco Bolle, 31enne laureato in economia, che insieme ad altri due giovani ha dato vita nel multietnico quartiere torinese di San Salvario alla "Ciclofficina artigiana", inaugurata in marzo. «Ho iniziato come hobby, poi ho capito che volevo lavorare nel mondo delle bici. Ho imparato il mestiere da autodidatta».
Fabrizio Assandri
La crisi ti può colpire quando meno te lo aspetti e nei modi più impensati. Dopo più di trent’anni di insegnamento, la maestra elementare Anna Di Gennaro mai avrebbe pensato di arrivare a odiare la scuola. Eppure è successo. «Insegnare mi piaceva tantissimo, ma mi sentivo sempre stanca e capivo che qualcosa in me non andava più», ricorda la donna, che vive a Milano. Allora non lo sapeva ancora, ma era stata colpita da burnout, una malattia professionale dei docenti che si manifesta come una forma di depressione e in casi, sempre più frequenti, favorisce lo sviluppo di tumori.
Paolo Ferrario
La studentessa: «Volevo abbandonare dopo le medie. Sono iscritta alla facoltà di economia»Voleva abbandonare la scuola dopo le medie e invece sta procedendo a passo spedito verso la laurea. A far cambiare idea a Maja Nesic, nata a Belgrado 22 anni fa, in Italia dal 1998, ci hanno pensato le persone che, in questi ultimi dieci anni, ha incontrato sul proprio cammino e che le hanno «insegnato ad affrontare la vita con un altro sguardo». Alla base di tutto ci sono parole come “amicizia”, “ascolto” e “stima”, che per Maja hanno, di volta in volta, rappresentato un motivo in più per andare avanti, per non arrendersi e, in definitiva, dimostrarsi più forte delle crisi che le si presentavano.
Così arriva il diploma e, quando pensava di smettere di studiare, gli amici che aveva incontrato continuano a credere in lei e le propongono l’università. Con quali soldi? Alla prima rata di Economia serale alla Cattolica, ci pensa un imprenditore conosciuto anni prima (a cui in seguito Maja restituirà il prestito grazie alle borse di studio che le vengono riconosciute per i primi due anni). Oggi è al terzo e sta preparando gli esami della sessione invernale. «Mi sono fidata, credendo anche di più in me stessa e oggi sono felice», conclude soddisfatta.Paolo Ferrario
Col gioco di squadra le aziende vinconoÈ una «famiglia di imprese», il Distretto Sicurezza Alta Lombardia. Qui ciascuno ha il suo compito: chi vende dispositivi di protezione, chi interviene sulle coperture degli impianti, chi offre consulenze ambientali. Un gioco di squadra per garantire alle aziende un «pacchetto completo» di servizi, grazie anche a un centro medico polispecialistico e uno studio legale. Oltre a una iniziativa per la formazione dei giovani.