"La mia vita è salva grazie alla professionalità, all'abnegazione e al coraggio di tutti quei medici e infermieri che mi hanno seguito nel lungo percorso di cura": Andrea De Lisio, 48 anni, ricoverato per oltre 4 mesi in terapia intensiva all'ospedale di Parma per una polmonite bilaterale interstiziale da Covid-19, si è finalmente lasciato il virus alle spalle.
Ripresa in mano la sua vita, Andrea è tornato oggi al Maggiore di Parma, insieme alla moglie Barbara, per ringraziare il personale medico e sanitario che lo ha assistito durante il suo lungo periodo trascorso in ospedale.
"Sono stato ricoverato - racconta Andrea - in un momento in cui del virus nessuno ne sapeva molto e se oggi sono qua lo devo alla competenza e alla tenacia di chi lavora in questo ospedale. Questi reparti sono un fiore all'occhiello per la sanità italiana. Vorrei che arrivasse un messaggio di fiducia e di stima nei confronti di chi, spesso nell'ombra e con sacrifici altissimi, ci lavora e di rispetto delle norme anti-Covid dettate dalle nostre autorità. Parlando con mio fratello Gianluca, che lavora da tempo all'estero e purtroppo oggi non può essere con noi - prosegue Andrea - ci siamo detti spesso che solo quando si è lontani dall'Italia si può apprezzare la nostra sanità che a costi pressoché irrisori offre un'assistenza che assolutamente non hai in altri Paesi".
Al ringraziamento di Andrea si aggiunge anche il fratello Gianluca, che vive e lavora all'estero e che ha inviato una lettera all'ospedale di Parma. "Vi scrivo perché mio fratello Andrea da marzo a settembre è stato ricoverato al Maggiore di Parma prima e in un istituto riabilitativo poi - racconta - praticamente giudicato senza speranza è stato seguito dal reparto covid della Terapia intensiva per quasi tre mesi, con inaspettato successo. Esistono strutture dove l'impossibile non esiste e io voglio farlo sapere". De Lisio è entrato al Maggiore dal Pronto soccorso il 19 marzo scorso. Dopo un primo trasferimento agli Infettivi, è stato ricoverato in terapia intensiva dal 25 marzo al 12 giugno. Dopodichè è stato trasferito fino al 13 luglio in sub-intensiva, per poi passare al percorso di riabilitazione terminato nel centro Cardinal Ferrari di Fontanellato, sempre nel parmense.
Parole che "ci hanno commosso - commenta Sandra Rossi, direttrice di Anestesia-Rianimazione e della Emergenza-Urgenza dell'ospedale di Parma - rendendoci orgogliosi del nostro lavoro e felici per Andrea e la sua famiglia. Del suo percorso di cura ricordiamo le lunghe telefonate con la mamma, la moglie e il fratello che chiedevano di essere rassicurati. Le gravissime condizioni cliniche dei primi mesi non ci hanno mai fatto mancare la fiducia. Ricordiamo un decorso clinico complicatissimo, molte volte abbiamo pensato che i nostri sforzi, a volte estremi, sarebbero stati frustrati. In realtà grazie alla tenacia e al fisico giovane di Andrea siamo stati premiati".
Rossi ci tiene a ricordare che "le terapie intensive che funzionano lo fanno perché c'è una grande squadra che gioca assieme, fatta di medici, infermieri, operatori sanitari e personale di supporto che hanno remato tutti convinti e compatti nella stessa direzione. Dobbiamo essere tutti orgogliosi di loro. Io lo sono moltissimo".