«Renzi è stato il primo a dire al Pd "basta guerre contro Berlusconi e ora...». Maurizio Lupi per qualche istante resta silenzioso con gli occhi fermi su un quotidiano. C’è una foto del sindaco di Firenze e un titolo netto. Il ministro delle Infrastrutture lo legge a voce bassa: "L’Imu? Una cambiale pagata al Cavaliere". «No, nessuna cambiale, è solo una risposta obbligata a milioni di famiglie piegate da una crisi economica senza precedenti... E Matteo sbaglia a fare queste battaglie di retroguardia. Sbaglia a ripiegarsi su se stesso. Non siamo in campagna elettorale e così rischia solo di essere risucchiato in dinamiche vecchie che gli faranno perdere quella luminosità che si era guadagnato combattendo per il rinnovamento». Siamo arrivati nell’ufficio del ministro per parlare di un «Paese che soffre» e di un «governo che ha il dovere di durare». Sfidiamo Lupi: può essere un esecutivo di legislatura? «Un governo non può nascere con una scadenza, se fosse così nascerebbe debole, vulnerabile... Sì, può essere anche di legislatura: dobbiamo avere la prospettiva di un governo che cambi, che incida, che strappi il Paese dal pantano. Ed essere consapevoli che se cade è una sconfitta per tutti. Per noi. Per la politica. Per la vita della gente». Una pausa leggera precede un messaggio rassicurante. «Il governo Letta non cadrà mai sulla giustizia, cadrà solo se non riuscirà ad attuare le misure per cui è nato. E tutti noi faremo ogni sforzo per farcela».
Il tema giustizia e quello dell’ineleggibilità sembrano però mine pericolose.È assurdo parlare di ineleggibilità. E chi nel Pd agita quel fantasma non ha capito che così condannerà il partito all’irrilevanza e gli toglierà ogni prospettiva... Gli italiani non pensano all’ineleggibilità di Berlusconi; vogliono risposte alla crisi, soluzioni al dramma della disoccupazione. E allora insisto: una sinistra moderna non si affanna nella demonizzazione dell’avversario si impegna in un confronto alto sulle cose da fare. Sono marziani quelli che non capiscono che cosa sta accadendo, sono marziani quelli che pensano di recuperare consenso parlando alla pancia dell’elettorato più scalmanato, sono marziani quelli che non si rendono conto che il Paese ha un disperato bisogno di una sinistra riformista schierata a sostegno del governo Letta-Alfano. Detto questo arrivo al punto: il Pd faccia attenzione che non si avveri la profezia di Grillo.
Che profezia?Il capo dei Cinque Stelle scommette su un bipolarismo tra il suo movimento e il Pdl. E su un Pd lacerato dalle divisioni e incapace di incidere. Non voglio che finisca così, ma se i Democratici non recuperano la loro identità, se continuano a sventolare la bandiera dell’antiberlusconismo e non tornano a parlare alla proprio mondo di temi veri, quella profezia avanza minacciosa. Il Pdl ha vinto la sfida, ha messo al centro del dibattito Imu, fisco, famiglia, Equitalia, lavoro: qui c’è la nostra identità. Ma qual è l’identità del Pd? Quali sono i suoi temi?
Si sterilizzerà l’aumento Iva? E riuscirete a cancellare l’Imu sulla prima casa per sempre?Le sfide del governo sono chiare: superamento dell’Imu, lavoro giovanile, diminuzione del costo del lavoro, no all’aumento Iva... Noi abbiamo un’idea della politica come responsabilità, e la politica non può perdere ulteriormente credibilità con promesse che non mantiene. Non possiamo scherzare con il fuoco, sull’Imu Del Rio ed Epifani lo fanno. Sappiamo bene che il governo Letta è nato con un programma, cui il Parlamento ha dato la fiducia, che prevede il superamento dell’Imu. Se quell’ignobile imposta sulla prima casa ricompare è una nostra sconfitta e noi saremo costretti a trarne le conseguenze. Ma sono sereno perché, indipendentemente dalle dichiarazioni, stiamo lavorando.
Parlavamo dei marziani del Pd. C’è anche Renzi nel gruppo?Anche Renzi ha cominciato a parlare alla pancia del Pd per ritrovare centralità. Dice che l’Imu è una cambiale pagata a Berlusconi. E va oltre bocciando la Tav come un’opera inutile. Sarò brutale: chi non crede che grandi infrastrutture come la Tav siano motore della crescita per un Paese e contemporaneamente pilastri fondamentali dello sviluppo sostenibile non sarà mai un leader europeo e non potrà guidare il Paese. E se Renzi pensa di recuperare credibilità scommettendo sulla sconfitta del governo sbaglia ancora.
Come si spiega le scelte del sindaco?Solo in un modo: Renzi vuole liberarsi dall’immagine che gli avevano cucito addosso, in maniera forzosa, di essere il Berlusconi della sinistra. E per farlo pensa che la strada sia alzare i toni, riaprire lo scontro. Allora mi permetto, per la stima che ho di lui, di dargli un consiglio: abbia coscienza della sfida che il governo ha davanti, capisca che il fallimento del governo sarebbe il fallimento dell’Italia che rischierebbe di ripiegarsi su se stessa.
Letta e Lupi sono davvero alternativi?Sì, siamo alternativi: lui è un leader del Pd e io un ministro del Pdl e domani torneremo a confrontarci da aree politiche contrapposte. Oggi però siamo insieme per aiutare il Paese a uscire dalla crisi economica. E per raggiungere l’obiettivo abbiamo deciso di non mettere in agenda temi divisivi che saranno affrontati alla fine di questa stagione eccezionale. Non le faccio esempi etici. Le cito il Ponte sullo stretto di Messina. Io ritengo quell’opera strategica, decisiva. Perché altrimenti la Sicilia non sarà mai collegata al resto dell’Europa, perché l’alta velocità non potrà mai arrivare a Palermo. Ma capisco anche che oggi le priorità sono altre.
Parliamo di TavLo Stato ha preso una decisione e non farà nessun passo indietro. E l’unica sede per un ulteriore confronto è il Parlamento dove si dovrà votare presto per ratificare il trattato Italia-Francia. Se le Camere diranno no, l’opera si bloccherà, ma se arriverà un sì nessuno, ripeto nessuno, potrà fermarla. Lo dico a Grillo e ai movimenti "No Tav": è in Parlamento che si decide qual è l’interesse del Paese, questa è la democrazia. Io ero e resto contrario all’aborto, abbiamo fatto le nostre battaglie, ora c’è una legge votata dal Parlamento e confermata da un referendum. Ne ho preso atto e continuo a lavorare nella società per difendere e promuovere la vita.
Grillo l’ascolterà?Anche Grillo deve iniziare a comprendere le responsabilità che ha. C’è un clima brutto, che può diventare ancora più pesante. Basta una scintilla e chi ha responsabilità deve pensare ogni parola, riflettere su ogni scelta: i cattivi maestri hanno già fatto, in un’altra stagione, troppi danni. Detto questo è un’assoluta stupidaggine che il Pd abbia anche solo pensato di fermare con una legge la corsa dei Cinque Stelle alle elezioni: la democrazia è che un movimento che nasce nella società diventi contributo alla società stessa.
Qual è la sfida ancora non confessata?Affrontare il tema casa in maniera assolutamente innovativa. È una priorità e va trattata come tale. Va creato un tavolo coinvolgendo il ministero delle Infrastrutture, quello dello Sviluppo economico, quello dell’Economia. La sfida è una: demolizione e ricostruzione senza consumare suolo. In Italia questo è un tabù che non esiste nel mondo: la "sostituzione edilizia" è possibile ovunque, qui no. Qui ci sono norme che ci legano le mani, qui ci si continua a scontrare tra cementificatori e ambientalisti... Ma ora basta guerre di religione: si può rimettere la casa al centro come priorità rispettando l’ambiente e senza consumare territorio, è un obiettivo strategico su cui serve un impegno corale e su cui bisogna far convergere tutte le risorse possibili. Facciamolo, è ora di rilanciare un settore vitale.
Berlusconi senatore a vita: favorevole o contrario?Purtroppo forse non si realizzerà: troppi continuano a sventolare le bandiere ideologiche. Ma sarebbe il meritato riconoscimento a un personaggio politico che ha segnato un quarto di secolo. Berlusconi ha fatto discutere, ma la storia saprà apprezzarlo più di quanto ha saputo fare la cronaca. Al di là dei processi e delle sentenze. Gli italiani stanno capendo la sproporzione, la cattiveria, il pregiudizio... Ma sono un ministro, ora è meglio che taccia.