Non c’è spazio per accordi con Ingroia. «Niente populismi» e niente critiche alle tasse volute da Monti: «Le abbiamo messe tutti insieme per evitare il baratro». Enrico Letta, vicesegretario del Pd, tiene bassi i toni della campagna elettorale e resta perplesso davanti a un Monti che, al contrario, li va alzando.
Berlusconi è tornato pericoloso?Santoro ha avuto un effetto boomerang, ma noi siamo tranquilli. A tutti quelli che ci dicono di essere più aggressivi, diciamo che il taglio della campagna elettorale di Bersani è esattamente la cifra del progetto del Pd, cioè una forza tranquilla che non vuole buttare benzina sul fuoco, né trasformare queste elezioni nella solita guerra civile.
Monti sembra più battagliero...Sembra anche a me. Ognuno sceglie la sua strategia. La nostra non è quella di occupare ossessivamente i media.
Temete più Monti o Berlusconi?L’avversario è Berlusconi, che, come il mago Houdini, cerca di rendere verosimili gli intrecci più impossibili e ancora non si sa chi è il candidato della sua coalizione. La sua è una commedia dell’arte stucchevole. Gli avversari sono i populismi di Berlusconi, Grillo e Ingroia.
Ma come, non chiedete a Ingroia di non presentarsi nelle regioni chiave?No, non c’è nessuna richiesta o negoziato. Siamo in un sistema in cui scatta la bipolarizzazione, per cui deve scattare il voto utile. Chi non fa vincere il Pd fa vincere Berlusconi. Ingroia lo conosciamo e le motivazioni della sentenza della Consulta gettano ulteriori ombre sul suo operato, confermando la piena correttezza dell’operato di Napolitano. Noi non chiediamo niente a nessuno: ognuno si assuma le sue responsabilità. Il nostro messaggio è "erga omnes"
Vuol dire che vale anche per Monti?Vale per tutti. Penso alla Lombardia: anche l’area montiana, per evitare che Berlusconi vinca, deve assumersi la sua responsabilità Trovo gravissimo che nessuno denunci il fatto di un Berlusconi che, pur di vincere, ha appaltato tutto il Nord alla Lega. Si rischia di cedere anche la Lombardia. Penso che tra un candidato leghista e Umberto Ambrosoli non dovrebbero esserci dubbi. Abbiamo messo in campo il meglio che si poteva.
Berlusconi accusa Monti di aver messo le tasse. Monti vuole togliere il redditometro. Voi?Non riesco a distinguere le scelte di Monti dalle scelte della maggioranza che lo sosteneva, di cui facevamo parte. Il nostro mantra oggi è l’equità. Si può migliorare il redditometro. Penso all’esperimento dell’equometro, partito da Reggio Emilia. Applica una serie di algoritmi che tengono conto della famiglia, del suo modo di vivere, per determinare se uno paga le tasse.
Vede in futuro un’alleanza con i riformisti? Monti la vede, ma senza Vendola.È inutile parlarne ora. Dovremmo parlare di temi. Domani Bersani presenta il programma del Pd per dimezzare la disoccupazione giovanile in 5 anni.
Voi avete candidati opposti tra loro, Confindustria e Cgil. E Vendola alleato. Come potete realizzare il programma?Non sono opposti, non sono Landini e Marchionne, ma personalità che sapranno dialogare. Le primarie hanno dato una legittimazione a Bersani conferendogli la forza per mediare. L’esperienza del 2006 ci ricorda cosa non dobbiamo fare.