Ansa
Dall’inizio dell’anno sono arrivate all’Inps domande di Auu (Assegno unico e universale) per 7,5 milioni di figli. Domande per circa 600mila figli sono pervenute nel solo mese di aprile, in pagamento a maggio. Nel mese in corso l’Inps ha inoltre ultimato il pagamento degli assegni relativi alle domande presentate entro fine marzo, per le quali non sono stati rilevati problemi nei requisiti necessari per accedere alla prestazione e per le quali non è stata richiesta al cittadino un’integrazione documentale.
La platea degli interessati all’assegno unico è pari a sette milioni di famiglie per un corrispettivo di 11 milioni di figli. All’appello mancano quindi 3,5 milioni di figli per i quali i rispettivi nuclei familiari non hanno ancora presentato la domanda. L’Inps invita quindi a sbrigarsi, anche perché giugno è l’ultimo mese utile per ricevere gli arretrati a partire da marzo. Di fronte alla ritrosia a presentare l’Isee, l’Istituto ricorda che chi presenta la domanda senza l’Indicatore della situazione economica ha comunque diritto ad un assegno minimo mensile di 50 euro a figlio.
Per il 2022 è prevista una spesa complessiva di 15,12 miliardi di euro, mentre per gli anni successivi si supereranno i 18 miliardi. Ma sono conti che si fanno immaginando che tutte le famiglie facciano domanda entro giugno.
Superato il 30 giugno, se l’assegno non coprirà tutti i figli a causa delle mancate richieste, ci saranno degli avanzi di cassa. Si tratta, quindi, di tornare a battere sul tasto, anche dal punto di vista comunicativo. La procedura – spiega l’Inps per convincere gli indecisi – è completamente on line: dalla identificazione dell’utente e l’acquisizione dei dati utili alla istruttoria, allo scambio di documentazione e comunicazioni, a eventuali integrazioni e modifiche della domanda, fino alla comunicazione dell’esito della istruttoria, in linea con le indicazioni dell’Ue riguardo la gestione dei procedimenti amministrativi di particolare rilevanza.