mercoledì 20 febbraio 2013
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Pioggia di lettere (e di polemiche) sulla promessa di Silvio Berlusconi di restituire agli italiani l’Imu sulla prima casa, se vincerà le elezioni. Le lettere sono quelle che lo stesso Cavaliere sta facendo recapitare in queste ore nelle cassette postali di molti cittadini. Le polemiche sono firmate dai suoi avversari che lo accusano di propaganda ingannevole, quando non di reati come la truffa e il voto di scambio.Vediamo perché. Già dalla busta appare chiaro chi sia il mittente ed il contenuto. A caratteri cubitali viene riportata la scritta: Avviso importante rimborso Imu 2012. La strategia di Berlusconi è duplice. Oltre alla lettera in cui sostanzialmente vengono fornite le "istruzioni" per l’eventuale rimborso dell’Imu con tanto di carattere in grassetto nella parte superiore del foglio («modalità e tempi per accedere nel 2013 al rimborso dell’Imu pagata nel 2012 sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli»), molti elettori hanno trovato nella loro cassetta un altro plico, più corposo, firmato sempre dal Cavaliere. Si tratta di una seconda lettera (in versione "extralarge") che riepiloga tutti gli impegni assunti dall’ex premier: dal pacchetto fiscale fino alla modifica della Costituzione. Nella busta, poi, anche una sintesi riassuntiva oltre allo schema, mostrato in diverse occasioni da Berlusconi in tv, di tutto quello che hanno fatto i suoi governi dal 2001 al 2011.A scatenare la reazione degli avversari è la missiva in cui si parla solo della restituzione dei soldi della tassa sulla prima casa. «Berlusconi è un imbroglione», tuona il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. E per Anna Finocchiaro «si tratta di una truffa peggiore del contratto con gli italiani». Sul filo dell’ironia il commento del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che invita gli elettori a non «perdere tempo a rispedirla al mittente: lui – dice parlando di Berlusconi – ricicla le promesse, voi riciclate la carta». Ma per l’ex-pm e leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia, «Berlusconi commette due reati, violando la legge elettorale del 1957 e la privacy dei cittadini».
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