Comuni in rivolta. Anziani e disabili in casa di riposo ancora nell’incertezza su quanto dover pagare. L’Imposta municipale unica (Imu) continua a far discutere e a sollevare perplessità. Non solo per il poco gettito nella casse dei municipi, lamentato dai sindaci. O per le possibili iniquità nella platea dei soggetti interessati a esenzioni. È proprio il meccanismo stesso di pagamento a gettare nell’inquietudine i proprietari di immobili, viste le incertezze sull’entità dell’esborso.Sull’Imu le norme sono
in fieri. Cambiano da un giorno all’altro. E se già la formulazione dell’altro giorno – secondo la quale era data ai Comuni la facoltà di fare sconti agli anziani – suscitava più di qualche perplessità sulla sua effettiva realizzabilità, ieri è arrivata una richiesta di modifica che rimette tutto in discussione. In attesa di conoscere oggi il testo sul quale il governo ha già posto la fiducia. I Comuni – secondo quanto prevede un emendamento del relatore che recepisce i rilievi della commissione Bilancio (sulla copertura finanziaria) – potranno sì decidere per l’agevolazione sulla prima casa di anziani e disabili, ma sarà tutta a loro carico. Lo Stato non dovrà rimetterci.È come togliere ossigeno a chi già annaspa. Prova ne sia che ieri il direttivo dell’Anci, l’associazione dei Comuni, ha bocciato senza appello l’imposta, denunciando «l’assoluta rigidità del governo» nel non voler affrontare la revisione del Patto di stabilità nell’ottica di un «sostegno alla crescita e agli investimenti». E indicendo una manifestazione a Venezia il 24 maggio. L’Anci «valuta in termini del tutto negativi», si legge nell’ordine del giorno approvato ieri «il quadro normativo in materia di Imu che non ha trovato la necessaria chiarificazione in sede di conversione del decreto legge in materia di semplificazione fiscale, né sono stati sufficientemente risolti i problemi che la nuova disciplina pone ai Comuni in termini di congruità e continuità dei flussi finanziari, problemi che determineranno una contrazione dei servizi ai cittadini e un’ulteriore depressione degli investimenti locali, fino a mettere seriamente a rischio anche il pagamento delle retribuzioni del personale». Il direttivo Anci chiede anche l’esenzione per gli immobili inagibili non solo dell’Abruzzo, ma anche del Molise, colpiti dal terremoto nel 2002 (oggetto anche di un odg parlamentare dell’Idv). E un tavolo permanente in sede di "Conferenza Stato-Città e autonomie locali" sull’applicazione della «confusa disciplina dell’Imu». Un incontro urgente con l’esecutivo è stato chiesto del presidente dell’Anci, Graziano Delrio, «perché la difficoltà che si è creata è enorme e non va sottovalutata». Le fasce tricolori devono pure fronteggiare le richieste della società civile di non alzare le aliquote. Imprese e sindacati a Treviso hanno fatto fronte unico con questo scopo, inviando un lettera ai sindaci della provincia.A pagare alla fine sono sempre i cittadini. Che nel futuro intravedono anche il temuto deprezzamento degli immobili. Che andrebbe ad aggiungersi all’esborso per il loro semplice possesso. Circostanza intuibile, ma che ieri il Censis ha quantificato: a fine anno i valori delle case si ridurranno del 20% con punte superiori al 50%. Lo ha detto Giuseppe Roma: il direttore generale del Censis ha definito «un’idrovora» la necessità di risorse richieste dallo Stato e dalla pubblica amministrazione mentre le famiglie si stanno trasformando «da soggetto consumatore a soggetto benefattore». Ma, avverte Roma, attenzione: «L’asino con troppi pesi sulla schiena finirà per schiantarsi». Non a caso «per far fronte alla nuova tassazione le famiglie venderanno le seconde case», è il pronostico. Un dato che si inserisce in una crisi già profonda dell’edilizia. A febbraio, certifica l’Istat, c’è stato un crollo del 20% delle costruzioni rispetto a un anno fa. A gennaio era del 10%.