Ansa
L’app “Immuni” è la tecnologia che aiuta a combattere la diffusione del Covid 19 attraverso il tracciamento dei contatti avuti con persone potenzialmente contagiose, ovvero soggetti positivi al virus anche se asintomatici. Serve, cioè, a spezzare la catena dei contagi e monitorare meglio l’epidemia.
L’applicazione, voluta dal ministero della Salute e disponibile dal 1° giugno scorso, è gratuita e facilmente scaricabile da tutti (ma bisogna aver compiuto almeno 14 anni), su base volontaria, sui propri smartphone (da App Store o Google Play, quindi senza l’uso di una password). Il funzionamento di “Immuni”, messo a punto dalla società Bending Spoons Spa, è stato sviluppato in accordo con il “Garante per la protezione dei dati personali” e quindi rivolge la massima attenzione alla tutela della privacy degli utenti che la utilizzano. Niente geolocalizzazione, quindi (non vengono raccolti, cioè, dati sull’identità, numeri di telefono, indirizzi mail e posizione degli utenti) ma solo la tecnologia “bluetooth”, utile per stimare con sufficiente precisione (circa un metro) la vicinanza tra le persone: questo consente di avvertire con una notifica l’utente quando ha un’esposizione a rischio, così potrà isolarsi ed evitare di contagiare gli altri.
Una volta individuato il soggetto risultato positivo al coronavirus che si è incontrato, potranno essere ricostruiti tutti i contatti e quindi controllare e prevenire eventuali focolai dell’infezione. L’altro vantaggio dell’App Immuni è che venendo informati tempestivamente, gli utenti possono contattare subito il proprio medico di famiglia e ridurre così il rischio di eventuali complicanze della malattia. Ma affinché l’applicazione sia utile ed efficace, è necessaria una massiccia adesione. Fino ad oggi l’hanno scaricata però solo 6 milioni e mezzo di italiani, troppo pochi per permettere alla App di sortire in pieno i suoi effetti anti-pandemia.