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Quante ne ha viste, si potrebbe dire, nella sua “vita” eppure nemmeno troppo lunga se paragonata a quella del “tempio ininterrotto”, il Duomo di Milano, meraviglia del mondo intero e oggi paradiso dei turisti. Che alla sua sommità è vegliato, come tutta la città e, idealmente, l’intera arcidiocesi ambrosiana, da lei, la Madonnina. Quella statua “tutta d’oro” (anche se non è vero) alla quale i milanesi, anche i più distratti, spesso alzano gli occhi, passando dalla piazza, appunto, del Duomo, quasi a sincerarsi che sia sempre al suo posto. Lì dove, a 108,50 metri d’altezza, è da 250 anni.
Infatti, venne posta al vertice della guglia maggiore della Cattedrale proprio negli ultimi giorni del 1774, andando a “coronare” l’ardita guglia costruita dal 1765 al 1770 su progetto dell’architetto della Veneranda Fabbrica del Duomo, Francesco Croce. Il quale propose che la sua realizzazione fosse arricchita proprio da una statua della Vergine Assunta. E, qui, bisogna fare un passo indietro. Perché si chiederà qualcuno, l’Assunta a dominare una Cattedrale che porta il nome di Santa Maria Nascente? La storia sarebbe lunga, ma basti dire che la dedicazione immaginata inizialmente, venne poi, per motivi di scelte interne alla Fabbrica, mutata nell’attuale, tanto è vero che la prima testimonianza di una possibile collocazione dell’immagine di Maria Assunta in Cielo risale addirittura al 1521, data di un famoso disegno dell’architetto Cesare Cesariano.
Si giunse, tuttavia, al 1769, per avere qualcosa di concreto, quando fu deliberata l’esecuzione del progetto di una delle tre soluzioni proposte da Giuseppe Perego, da cui l’ebanista Antignati trasse una forma in legno di noce, sulla quale gli orefici Preda e Bini modellarono le lastre di rame, che vennero applicate su un’intelaiatura interna di ferro, poi, dorate a mordente con ben 4000 fogli di oro zecchino (pari a quasi mezzo chilo). Idea, questa, del celebre artista tedesco Anton Raphael Mengs.
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La statua dorata venne issata sulla guglia maggiore del Duomo il 30 o il 31 dicembre 1774 ed è strano che nessuna particolare cerimonia si sia svolta per l’evento e che, addirittura, non se ne ricordi la data precisa. Ma da questo inizio, che si potrebbe definire un po’ sottotono - perché non pensare più correttamente a una sorta di “understatement” tutto ambrosiano? -, la storia che sarebbe venuta dopo è quella di una grande regina (del cielo), che pare sospesa, specie di notte, tra la terra e le stelle. Tanto leggera, quanto, invece, nella realtà, è massiccia: 4,16 metri la sua altezza, 33 le lastre di rame che rivestono la statua, quasi 400 chili il peso delle lastre stesse, 584.800 chili per la struttura portante, oggi, in acciaio inox, 6.750 fogli di oro zecchino utilizzati per l’ultima doratura avvenuta nel 2012, contestualmente al restauro della Guglia maggiore. Mentre risale al periodo tra il 9 giugno ed il 27 luglio 1967 il restauro con l’intera scomposizione delle lastre di rame e la ridoratura a mordente, nonché la sostituzione dell’originaria struttura interna in ferro, pericolosamente corrosa (oggi conservata nel Museo del Duomo), con una in acciaio inossidabile.
Ma tanti, nei decenni, sono stati gli interventi che si sono resi necessari a causa dei danni provocati da fulmini o da altre calamità naturali e dall’usura del tempo. Forse, però nella memoria dei più anziani e negli studi dei giovani, rimane il momento, lungo ben 5 anni, in cui la Madonnina venne coperta con un grande telo grigioverde, perché il simbolo lucente di Milano non fosse tale anche durante i bombardamenti della II guerra mondiale. Quando, finalmente venne scoperta, il 6 maggio 1945 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, nello stesso giorno della grande parata delle formazioni partigiane che avevano liberato la città e il suo territorio, una folla immensa (questa volta, sì) salutò l’evento. Ed è bello allora vedere anche oggi sventolare il tricolore alla destra della Madonnina, anche in occasione di feste civili, come il 25 aprile, nella festa della Repubblica o del Lavoro e dal 18 al 22 marzo, a memoria delle Cinque Giornate di Milano. Allora, nel 1848, per la prima volta la bandiera si alzò per segnalare la fuga delle truppe austriache dalla città.