Il presidente del Venezuela Maduro - Reuters
Nicolas Maduro avrebbe finanziato nel 2010 il Movimento Cinquestelle. Ad affermarlo il quotidiano spagnolo Abc citando un documento classificato dell’intelligence venezuelana, di cui pubblica una foto. Secondo il giornale, l’attuale presidente del Venezuela, allora ministro degli Esteri di Chavez, avrebbe spedito una valigetta con 3,5 milioni di euro al consolato venezuelano a Milano indirizzati a Gianroberto Casaleggio per finanziare segretamente il movimento fondato nel 2009 da Beppe Grillo. I diretti interessati rimandano le accuse al mittente e annunciano querele. Ma la questione è già diventata un caso tutto politico. Anche se il premier Giuseppe Conte cerca di smorzare la tensione: «Non reputo opportuno valutare vicende interne ad una delle forze di maggioranza»
Secondo la ricostruzione del quotidiano, Il console della sede diplomatica del Venezuela a Milano, Gian Carlo di Martino, avrebbe fatto da intermediario fino a che il destinatario finale, Gianroberto Casaleggio, avrebbe ricevuto il denaro in contanti in una valigetta. Nell’articolo si sottolinea anche che il documento segreto citato fa riferimento a Casaleggio come «promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario ed anticapitalista nella Repubblica italiana». I 3,5 milioni di euro sarebbero stati inviati «in maniera sicura e segreta attraverso valigia diplomatica, secondo l’archivio di intelligence militare diretto nel 2010 da Hugo Carvajal, «profugo della giustizia da novembre scorso». Sempre secondo Abc.es, «la somma destinata a finanziare il M5S proviene da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno e oggi vicepresidente responsabile dell’Economia, Tareck el Aissami, secondo il testo ottenuto dal quotidiano». Una versione che il vicedirettore di Abc, Luis Ventoso, conferma anche nel pomeriggio dopo le smentite a tutti i livelli dall'Italia e dal Venezuela.
Le smentite
I primi a gridare alle fake news sono proprio i Cinquestelle. A partire da Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto deceduto due anni fa. Soldi dal governo venezuelano di Hugo Chavez al nascente M5S con un finanziamento in nero da tre milioni e mezzo di euro? «Tutto totalmente falso. È una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele», assicura, confermando che non permetterà a nessuno di infangare il nome del padre. A fargli eco anche Vito Crimi, il capo politico del Movimento. «Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire», spiega, aggiungendo che M5s valuta di adire alle vie legali e che «certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire».
Alle smentite politiche si aggiunge anche quella dell’ambasciata venezuelana in Italia, che nega qualsiasi fondamento di verità nel contenuto riportato dall’articolo di Abc e fa sapere che «le autorità di Caracas agiranno in sede legale». Nel pomeriggio è lo stesso console venezuelano a Milano, Giancarlo De Martino a rimandare al mittente le accuse dell’Abc: «Non ho mai conosciuto Gianroberto Casaleggio». E poi, si domanda il console, «come fai a mettere tutti quei soldi in una valigetta? Al di là del fatto che uno dica che è una valigia diplomatica, chi ha scritto questo pezzo non sa che vengono controllate?».
A difendere il fondatore del movimento anche Alessandro Di Battista, per cui «l’attacco diffamatorio del quotidiano di destra e monarchico Abc nei confronti del M5S e soprattutto di Gianroberto Casaleggio è vile. Non vi è cosa più oscena che attaccare persone non più in vita, che non possono difendersi».
Le reazioni
Vogliono vederci chiaro soprattutto le opposizioni. A partire da Fratelli d’Italia, con il responsabile Esteri di Fratelli d’Italia e capo delegazione al Parlamento europeo, Carlo Fidanza e il capogruppo Fdi in commissione Esteri alla Camera, Andrea Delmastro, che in una nota chiedono chiarezza subito. «Ora vogliamo vederci chiaro. Vogliamo sapere cosa hanno da dire il ministro degli Esteri Di Maio e i vertici del M5S – sottolineano - ma vogliamo ancora di più sapere se l’ipotizzato flusso illegale di denaro c’è stato e se è continuato nel corso degli anni rafforzando il legame incestuoso tra il regime venezuelano e i grillini, che da tempo denunciamo». Per questo venga istituita immediatamente una commissione d’inchiesta parlamentare «per far luce sui condizionamenti del regime di Maduro verso la politica italiana». Chiarezza in Aula e indagini della magistratura, è il commento poi della leader del partito Giorgia Meloni, perché «se confermata, la notizia sarebbe di una gravità inaudita e spiegherebbe la particolare indulgenza dimostrata dai Cinquestelle nei confronti del regime di Maduro».
Dal fronte Forza Italia, invece, il vicepresidente Antonio Tajani ha rivolto già un’interrogazione prioritaria alla Commissione Europea, e in particolare all’Alto Rappresentante Josep Borrell, con richiesta di risposta scritta, per chiedere «quali azioni intende avviare la Commissione per verificare se partiti nazionali ed europei abbiano ricevuto finanziamenti dal regime venezuelano e per quanto tempo».
Invocano lo stop agli Stati generali convocati in questi giorni dal premier Conte Più Europa, con il segretario Benedetto Della Vedova che parla di «accusa gravissima» e appunto chiede che «il governo sospenda gli Stati generali per consentire a Conte, Di Maio e ai ministri del M5S di chiarire la situazione e smentire che l’amicizia con Caracas abbia mai comportato alcun tipo di finanziamento direttamente o tramite Casaleggio».
Non meno diretta la Lega. «Il M5S chiarisca. Su questa brutta faccenda chiederemo un ampliamento delle audizioni in commissione Esteri della Camera dove questa settimana inizierà l’indagine conoscitiva sulle eventuali interferenze estere nel sistema delle relazioni internazionali del nostro Paese», scrivono i deputati del Carroccio Paolo Formentini, vicepresidente della commissione Affari esteri della Camera, ed Eugenio Zoffili, capogruppo Lega in III commissione. Rincara la dose il segretario del partito Matteo Salvini che parla di modello Cgil-Venezuela. «Al momento al governo, anziché il modello Genova per rilanciare opere pubbliche, economia e imprese – dice infatti - c’è, tristemente, un modello misto Cgil-Venezuela».
Più cauti negli attacchi i colleghi di governo, Pd e Iv. La ministra della Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva) preferisce non commentare nel merito il caso. In più sottolinea che «il caso deve essere affrontato in altri contesti che eventualmente valutino la regolarità della cosa, l’effettivo essere accaduto». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio per cui sul finanziamento venezuelano al M5S di cui scrive oggi il quotidiano spagnolo Abc «non voglio commentare indiscrezioni giornalistiche di cui non abbiamo contezza della veridicità. Cerchiamo di fare insieme il bene di questo Paese, ogni partito ha le sue dinamiche, i suoi rapporti e le sue relazioni».