Il segretario del Partito socialista Bettino Craxi al Quirinale con i ministri del suo governo e il presidente Pertini. E' il 4 agosto 1983 (Ansa)
Si trasloca, si cambia sede. Il 1983 è l’anno in cui Avvenire lascia il Palazzo dei giornali di piazza Cavour a Milano e si "mette in proprio" in una palazzina tutta per lui, al numero 61 di via Mauro Macchi, a due passi dalla Stazione centrale. Diverso anche lo stampatore, non più la Same ma la tipografia Seregni di Paderno Dugnano. In via Macchi resteremo fino al 1998.
Cambiano naturalmente altre cose in questa stagione. Abbiamo un nuovo direttore, Guido Folloni, che subentra a Pier Giorgio Liverani il 20 febbraio. Folloni è stato nostro collega alcuni anni prima; passato ad altra testata, Il Sabato, ora torna da noi. Il giornale compie 15 anni, il quaderno speciale Le opere e i giorni celebra la ricorrenza.
Di rilevantissima portata i mutamenti che maturano a livello nazionale sul fronte della politica. Il 2 marzo al XVI congresso del Pci il segretario Enrico Berlinguer rende irreversibile una scelta da mesi nell’aria, lo strappo definitivo con Mosca che permette ai comunisti di liberarsi finalmente dalla tutela del Cremlino. A maggio i socialisti si sfilano dalla maggioranza che sostiene l’ennesimo governo Fanfani, le consultazioni del presidente della Repubblica Sandro Pertini per superare la crisi si concludono con un nulla di fatto, sicché il Quirinale scioglie le Camere. Si va alle urne il 26 e il 27 giugno, con un risultato a sorpresa: la Dc registra un pesante arretramento (meno 7 per cento), mentre il Psi sale del 2,5 arrivando all’11,4, meno del 14 per cento cui apertamente puntava il suo segretario Bettino Craxi, ma comunque un successo di rilievo.
La conseguenza è che Craxi chiede la presidenza del Consiglio dei ministri; la Dc e i partiti laici alla fine abbozzano. Il governo Craxi – il primo a guida socialista nella storia della Repubblica, enfatizzano gli uomini del garofano annunciando riforme strabilianti per il Paese – ottiene la fiducia il 4 agosto, giusto in tempo perché anche la politica possa andare in ferie. Ne ha davvero bisogno, dopo le cadute di credibilità dei mesi precedenti che hanno fortemente compromesso il rapporto fiduciario degli italiani con le istituzioni e il Palazzo. Colpa anche di un paio di scandali che daranno tanto lavoro ai cronisti (e ai magistrati, naturalmente) per parecchio tempo.
È il 17 marzo quando esplode a Torino l’affare Zampini, una tangente story – così viene subito battezzata – che scuote dalle fondamenta la tenuta della giunta comunale di sinistra capeggiata dal sindaco Diego Novelli. Adriano Zampini, socialista, è indicato come regista di un giro di affari (di malaffari, in verità) per decine di miliardi di lire. Al processo l’intera vicenda sarà di gran lunga ridimensionata. Scandalo tangenti anche in Liguria: il 15 giugno è arrestato a Savona per corruzione e concussione l’ex presidente della Regione Alberto Teardo, socialista rampante che sogna una poltrona da sottosegretario, tanto per cominciare.
Malaffare politico a parte, la cronaca ha abbondanza di materiale da trattare in questo ’83. Eventi tragici come il disastroso incendio al cinema Statuto di Torino il 13 febbraio, con un bilancio di 64 morti per il panico, il fuoco, il fumo; dopo la strage fu modificata l’intera normativa per la sicurezza delle sale di spettacolo. Eventi sconcertanti come le accuse mosse a Enzo Tortora e il suo arresto il 17 giugno. Eventi contrassegnati dalla violenza di matrice mafiosa come l’uccisione a Valderice, presso Trapani, il 25 gennaio del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto che indagava sulle cosche, o come l’omicidio del capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo Rocco Chinnici il 29 luglio. Chinnici aveva avuto l’intuizione di dare vita al pool antimafia, che poi ebbe per protagonisti uomini come Falcone e Borsellino. Il contrasto alla mafia in realtà non conosce soste: il 25 ottobre viene arrestato in Brasile Tommaso Buscetta, soprannominato boss dei due mondi, poi collaboratore di giustizia che svelerà (tutti?) i segreti di Cosa nostra. L’anno in esame ha visto morire (Ginevra, 18 marzo) l’ultimo re d’Italia Umberto II, il re di maggio. Aveva 79 anni, era in esilio dal 1946, dopo il referendum che aveva sconfessato la monarchia per la sua connivenza con il fascismo.
E Oltretevere cos’è accaduto? Ricorrendo il 1950° anniversario della morte e risurrezione di Cristo, il Papa promulga il 6 gennaio la bolla Aperite portas Redemptori con la quale è indetto un Giubileo straordinario, che si apre il 25 marzo. Il 25 gennaio era stato varato il nuovo Codice di diritto canonico per la Chiesa cattolica di rito latino, che entrerà in vigore il 27 novembre. Intanto Wojtyla il 14 e 15 agosto si è recato in pellegrinaggio al santuario mariano di Lourdes.