In attesa di essere sentita domani dai pm di Potenza, l’ormai ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi prende le distanze dal compagno Gianluca Gemelli. Ora Guidi starebbe verificando il ruolo dell’uomo, che è padre di suo figlio, ma con il quale non ha mai convissuto, riferisce chi ha parlato con l’ex numero due di Confindustria, chiusa in casa da venerdì per preparare la linea da tenere al colloquio con i magistrati (che l’hanno convocata per interrogarla come persona informata sui fatti, non essendo, diversamente da Gemelli, indagata). La stessa fonte dice che i due da tempo si vedono solo ogni 7-15 giorni. Inoltre che la Guidi non ha interessi comuni con Gemelli, né conti cointestati e ha sempre provveduto lei, con la sua famiglia, alle necessità del figlio. Dichiarazioni che cadono proprio nel giorno della pubblicazione di una nuova intercettazione, dal- la quale emerge un rapporto conflittuale tra i due. In particolare lei lo accusa: «Mi stai utilizzando» (ma per gli investigatori il contesto non è quello della vicenda che ha portato alle sue dimissioni). Una posizione, quella che trapela dai conoscenti e dalla stampa, ben diversa dalle parole scritte a caldo, subito dopo a la pubblicazione delle intercettazioni sull’emendamento che sbloccava le opere legate al centro olii Tempa Rossa: «La polemica nasce da una telefonata a colui che considero a tutti gli effetti mio marito, nella quale lo informavo di un provvedimento parlamentare di portata nazionale». A difendere l’ex collega c’è Maria Elena Boschi, anche lei finita nell’occhio del ciclone: «Non ricordo alcun interesse particolare» della Guidi nella vicenda, tranne quello derivante dal suo essere ministro.Intanto il presidente del Consiglio Matteo Renzi annuncia che nei prossimi giorni proporrà al presidente della Repubblica il nome del nuovo ministro per la casella chiave Sviluppo. «C’è da fare per le pmi, c’è un problema di tasse ma ancora più grave è il danno che viene dal sistema burocratico. Semplificare è più urgente di abbassare le tasse», ha detto nella diretta social. Troppe le questioni aperte (tavoli di crisi aziendali, ddl concorrenza, piano 'Industria 4.0' per il manifatturiero), per lasciare ancora senza titolare il ministero dello Sviluppo. Intanto, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato nel pomeriggio il decreto con il quale accetta le dimissioni della Guidi e affida l’interim a Renzi. Per il nuovo titolare del Mise non si dovrebbe nemmeno passare da un Cdm (ancora per questa settimana non c’è alcuna convocazione formalizzata), perché è al Quirinale che il nuovo ministro dovrà giurare. Sul nome scelto per il dopo Guidi, però, nessuno si sbilancia. Del resto, il premier lo ha spiegato pubblicamente: «Lo dirò al capo dello Stato, secondo Costituzione». Il totonomi continua a dare per prima Teresa Bellanova, anche se non tutti vedono così scontata la promozione dell’attuale viceministro. Così come sembrano in calo le chance di Claudio De Vincenti e non certo per una questione di competenze. Piuttosto la posizione delicata che occupa - sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - non suggerisce altre staffette dopo quella tra Graziano Delrio e lo stesso De Vincenti. Resta l’ipotesi tecnica combinata a quella 'rosa', usata a suo tempo per Guidi, che porta ad altri due nomi di Confindustria: la dg Marcella Panucci e la vicepresidente uscente Antonella Mansi.