Silvio Berlusconi chiede una figura di garanzia per il Colle, Beppe Grillo scommette sul fatto che sarà una novità, una personalità molto diversa dall’attuale presidente, Giorgio Napolitano. «Dobbiamo arrivare calmi e sereni all’elezione del presidente della Repubblica che sarà molto, molto diverso da questo», ha detto ai parlamentari. Serve «una personalità altissima», secondo il M5S, fuori dalla nomenklatura.L’accordo Pd-Pdl per un governo viene dato per già fatto dal comico genovese. E non per colpa del movimento 5 Stelle. «Le larghe intese le hanno già fatte da un mese... non gli stiamo fornendo alcun pretesto», assicura. Ieri quasi tutti (ma non tutti) i parlamentari grillini sono stati caricati su dei pullman e portati in luogo "segreto" per incontrare il leader (vedi articolo sotto). Grillo ha parlato molto. I deputati e senatori meno. E quel dubbio che agita base e rappresentanza parlamentare, ovvero se sia davvero la cosa giusta da fare quella di dire no a ogni alleanza di governo, è affiorata quando Grillo ha detto che se Pd e Pdl faranno il governissimo la gente - che «è stufa» - «prenderà i bastoni».Che ci siano stati dei distinguo lo conferma Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera: ci sono state «anche voci fuori dal coro», ma tutti sono d’accordo «sul no all’alleanza con il Pd». Insomma, nessuna fronda. E Grillo si sarebbe mostrato più che comprensivo: «Grillo ci ha detto che c’è libertà di pensiero», riferisce Stefano Vignaroli, giovane deputato grillino. Il leader ha chiesto però maggiore compattezza: «Non mi aspettavo totale condivisione nel movimento. È legittimo che qualcuno la pensi diversamente. Ma si stanno dividendo gli altri, non noi».Sul versante delle spaccature interne, ieri è stata la giornata dell’acqua sul fuoco. C’è chi - come la senatrice Ornella Bertorotta - sottolinea che ieri si è trattato di una semplice chiacchierata, che non ci sono state discussioni sulla linea, da sempre chiara, sul «no» alla fiducia e che non sono in vista «strali contro eventuali dissidenti». Eventuali, e se ci sono, devono trarre da soli le conclusioni. Cioè uscire. Lo dice anche la Lombardi: «Chi deciderà di votare con il Pd farà una scelta personale tradendo gli impegni verso gli elettori. Non ci sono espulsioni, nessuno verrà cacciato». A fare obiezioni sulla linea sarebbero una decina di deputati e 4-5 senatori.Anche il deputato siciliano Tommaso Currò, che nei giorni scorsi non aveva chiuso a un confronto con il Pd - e per questo la sua assenza ieri era stata notata - si è affrettato a far sapere che non c’è «nessun problema, nessuna acredine con il mio movimento. Non ho partecipato al summit per precedenti impegni già fissati a Catania». Critico verso l’atteggiamento dei grillini l’ex capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. Il quale da un lato nota che il 5 Stelle usa «due pesi e due misure», ovvero «lo streaming e misure di massima trasparenza quando deve prendersi gioco di Bersani, invece si muove come un nucleo leninista della Terza Internazionale, quando deve riunirsi e dirimere serie, ma normali, questioni politiche». Dall’altro accusa Grillo e i suoi di giocare «allo sfascio». Negando intese al Pd e facendo «minacce inaccettabili» sull’ipotesi di un governo Pd-Pdl.