mercoledì 23 gennaio 2019
40 anni fa l'assassinio del sindacalista. Il presidente della Repubblica all'ex Ilva per la cerimonia di commemorazione
Guido Rossa

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"Guido Rossa infame" e "Marta Cagol, Tino Viel, Gianfranco Zoia vivono" sono due delle scritte fatte trovare stamani in Salita Santa Brigida a Genova. La scelta del luogo non è casuale: l'8 giugno 1976 le Brigate Rosse uccisero proprio in Salita Santa Brigida Francesco Coco, procuratore generale di Genova, e i due uomini della scorta, Giovanni Saponara e Antioco Deiana. Quell'omicidio è stato il primo di un magistrato compiuto dalle Br in Italia.

Le scritte sono state scoperte dalla Digos di Genova a poche ore dall'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'ex Ilva per la cerimonia di commemorazione del sindacalista, ucciso 40 anni fa dai brigatisti rossi.

Il capo dello Stato è stato accolto all'aeroporto dalla prefetto Fiamma Spena, dal governatore Giovanni Toti e dal sindaco Marco Bucci, da esponenti del sindacato e dalle autorità militari e civili. Prima della cerimonia ufficiale all'ex Ilva di Cornegliano ne è prevista una privata con la figlia di Rossa, Sabina, alcuni esponenti sindacali, i vertici di Arcelor Mittal. «La battaglia per la libertà non concede tuttavia tregua - ha detto Mattarella - . I fantasmi del passato sono sempre in agguato. Contro di essi la coscienza internazionale dei Paesi democratici, della Unione Europea, ha il dovere di essere vigile e di essere forte. Dalla nostra storia, dai testimoni di cui facciamo memoria, abbiamo imparato che la democrazia si difende se resta se stessa e non rinuncia ai propri valori, scolpiti nella Costituzione».

È la quarta visita in un anno del presidente della Repubblica a Genova. Mattarella era stato in città il 15 maggio per gli 80 anni dell'ospedale pediatrico Gaslini, era tornato il 19 agosto per i funerali di Stato delle 43 vittime causate dal crollo del ponte Morandi e il 24 settembre visitò il Salone nautico.

«Per Genova c'è bisogno di colmare al più presto il gap infrastrutturale, evidenziato dal tragico, intollerabile crollo del ponte Morandi. Anche in questa occasione desidero ricordare le vittime e rivolgere un pensiero
di vicinanza ai loro familiari; così come a coloro che hanno perduto la propria abitazione - ha detto il presidente della Repubblica -. Alla città di Genova, che ha dimostrato ancora una volta i suoi valori di solidarietà, va garantito che la ricostruzione del ponte, in tempi certi, sia una priorità nazionale. Al mondo del lavoro e alle sue espressioni organizzate spettano compiti importanti per fare del nostro un Paese migliore, più forte e più inclusivo».

Con l'assassinio di Guido Rossa il punto di non ritorno delle Br
Per le stesse Br l'omicidio di Guido Rossa, operaio genovese dell'Italsider, sindacalista, assassinato il 24 gennaio 1979 da tre membri della colonna genovese, quell'azione fu «un tragico errore». Infatti, quell'omicidio è stato il punto di non ritorno per le Br, l'inizio della fine.

Guido Rossa aveva 44 anni. Veneto d'origine, era comunista e
sindacalista della Cgil, eletto nel consiglio di fabbrica all'Italsider di Genova Cornigliano, quella che diventerà l'Ilva, la grande acciaieria italiana luogo di importanti lotte dei lavoratori. Il 25 ottobre 1978 vicino alla macchinetta distributrice di caffè dell'Italsider viene trovata la copia dell'ultimarisoluzione strategica delle Br. Rossa nota un rigonfiamento sotto la giacca di un operaio addetto alla parte amministrativa dell'Italsider che spesso indugiava vicino alla macchina e segnala il fatto alla vigilanza aziendale. All'uscita, una nuova copia della risoluzione brigatista viene ritrovata su una finestra. Si scopre che nell'armadietto di Francesco Berardi ci sono documenti brigatisti, volantini di rivendicazione e fogli con appunti e targhe d'auto. Guido Rossa decide di denunciarlo.

Berardi cerca di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e si dichiara prigioniero politico, viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa testimonia al processo e Berardi viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Morirà in carcere. Rossa rinuncia alla scorta decisa proprio dalla vigilanza della Italsider. Quel giorno il sindacalista esce di casa per andare a lavorare: un commando composto da Riccardo "Pol Pot" Dura, che guidava la Colonna Genovese delle Br, Vincenzo
Guagliardo e Lorenzo Carpi lo aspetta. Gagliardo gli spara con una Beretta 81 tre colpi alle gambe. Il quarto colpo, sparato dallo stesso Dura, buca il cuore del sindacalista e lo uccide. Sono le 6.40 del 24 gennaio 1979.




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