mercoledì 27 marzo 2013
​Cinque le priorità indicate dal Forum delle associazioni familiari per tenere insieme il Paese e uscire dalla recessione senza scaricare sui più deboli, il rigore, i tagli e le necessarie riorganizzazioni della pubblica amministrazione
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«Ci auguriamo che la politica riesca presto a mettere insieme il puzzle di un Paese col fiato sospeso» è l'appello arrivato dal Forum delle associazioni familiari. «Ma c’è qualcuno che non può aspettare: sono le famiglie con carichi di cura che cominciano ad annaspare. Ma quanto conta, questa incessante rete di cura e di solidarietà familiare, nelle priorità di partiti e Parlamento? - si è interrogato il presidente del Forum, Francesco Belletti - Ecco allora che, insieme a tante altre realtà di volontariato e del terzo settore, come Forum delle associazioni familiari vogliamo ricordare che proteggere la famiglia, i servizi socio-sanitari e la capacità operativa del terzo settore è fondamentale per tenere insieme il Paese, e per uscire dalla crisi senza scaricare solo sui più deboli il rigore, i tagli, le necessarie riorganizzazioni della pubblica amministrazione». Cinque le priorità indicate dal Forum delle associazioni familiari: a) Un preciso e circostanziato piano di intervento per il sostegno alla non autosufficienza, che valorizzi la domiciliarità e quindi l’alleanza e le sinergie con le reti familiari che curano. Ci aspettiamo che il sostegno diretto alle persone fragili entri nell’agenda dei primi cento giorni di governo e Parlamento. b) La revisione dell’Isee sarà certamente fondamentale nel riqualificare l’equità e le potenzialità del sistema dei servizi alla persona; confermiamo la richiesta di riprendere la discussione con le forze sociali, per rendere più equo e più appropriato questo strumento, soprattutto rispetto alla valutazione del peso dei carichi familiari. c) Sarebbe tempo di reinvestire nel servizio civile, fino alla grande sfida di lanciare un Piano straordinario di servizio civile obbligatorio: risorsa per tanti servizi pubblici e privati, ma soprattutto palestra educativa di solidarietà, lavoro sociale e dedizione al bene comune per i nostri giovani. d) è urgente stabilizzare permanentemente il 5 per mille, unico spazio di “libertà fiscale” per i cittadini. e) Ricordiamo che anche l’Imu troppo spesso colpisce chi svolge libere attività solidaristiche, per interpretazioni burocratiche che di fatto chiedono tasse a chi dovrebbe invece essere sostenuto dalla fiscalità. E’ esemplare – ma non unico – il caso dell’Imu applicato a tante scuole paritarie che svolgono un esplicito “servizio pubblico” all’interno del sistema integrato dell’istruzione pubblica.
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