In attesa dei nuovi arrivi (per ora ancora presunti), Silvio Berlusconi dà il benvenuto ufficiale come «terza gamba della maggioranza» al gruppo dei responsabili, quello che si è formato con coloro (non Pdl o Lega) che votarono la fiducia il 14 dicembre. «Gli italiani sono in buone mani» e «possono guardare senza patemi d’animo al futuro», ha proclamato il premier nel suo quasi consueto intervento del sabato (stavolta una telefonata fatta da Arcore all’assemblea veneta, a Padova, dell’Alleanza di centro di Francesco Pionati, appunto uno dei partitini della "terza gamba"). Anche perché di fronte c’è una sinistra che si trova «in assoluta confusione e assoluta debolezza».Un’occasione per fare il punto alla vigilia della ripresa dei lavori parlamentari e, con essi, della prova dei numeri che si rivelerà cruciale in questo gennaio. Soprattutto, dopo i ripetuti richiami nel periodo natalizio della Lega Nord, per la questione del federalismo. La strada si profila in salita dopo le dichiarazioni di Mario Baldassarri, il senatore finiano componente della Bicamerale per il federalismo, che a
la Stampa ha annunciato che il suo voto a favore «dipende dalle modifiche che presenterà il governo», perché «così com’è quel testo (cioè il decreto sull’autonomia impositiva dei Comuni,
ndr) non funziona».Malgrado i timori per l’immediato futuro, il Cavaliere conferma in apparenza le sue certezze e si auto-assolve: «Abbiamo governato in maniera esemplare», ha rivendicato enumerando le «35 riforme» fatte nella legislatura 2001/06 più le «12 in questi due anni e mezzo». Quasi a voler ridimensionare le illazioni sorte sul suo non facile rapporto con il ministro Tremonti, ha sostenuto poi che «dobbiamo andare avanti sulla strada del rigore e della responsabilità», ricordando che nel 2010 il fabbisogno è stato abbattuto «di oltre un punto di Pil» e il deficit è stato portato «attorno al 5% contro una media europea del 6,3%». E per il 2011 ha indicato l’obiettivo di riunire chi si sente «vicino alla famiglia del Ppe».La partita più delicata, in ogni caso, resta quella federalista. Martedì Tremonti e il suo collega alla Semplificazione, Roberto Calderoli, si vedranno per stabilire i possibili ritocchi. L’esponente leghista ha sostenuto però che le risposte ai temi sollevati da Fli (in particolare alla richiesta di uno sgravio d’imposta anche agli inquilini all’interno della cedolare secca sugli affitti), ma anche dall’Udc in riferimento al quoziente familiare, già «ci sono» nell’attuale testo. Pronta la replica di Gian Luca Galletti (Udc): «Mi sembra una buona partenza il fatto che Calderoli abbia interpretato i riferimenti generali alla famiglia nel testo sull’Imu come un’attuazione del quoziente. È chiaro a tutti, però, che così non è». Fli vuole poi una maggior chiarezza sulla tassazione degli immobili.