Archivio Ansa: l'arrivo di bambini adottivi in Italia
Salvini insiste con l’idea di fare chiarezza su "adozioni e case famiglia". Di Maio rilancia promettendo l’introduzione del "quoziente famiglia". Spadafora annuncia che il ddl Pillon sull’affido condiviso è archiviato. Le associazioni chiedono chiarezza: «Volete fare un’inchiesta su di noi? Benissimo, sarete i benvenuti. Ma la caccia alle streghe non serve a nessuno».
All’indomani del Congresso mondiale di Verona appare sempre più evidente l’effetto strumentale di tante dichiarazioni, oltre all’inutilità di effetti-annuncio a cui non si può dare concretamente seguito. Non solo per le divisioni della compagine di governo – alle promesse di Salvini hanno subito fatto seguito gli sbarramenti di Di Maio – ma anche per la palese genericità e per l’incompletezza di quanto annunciato su molti argomenti. Ieri nella sua introduzione ai lavori del Consiglio permanente Cei il cardinale Gualtieri Bassetti ha sollecitato proposte concrete sul modello di quelle «avanzate dal Forum delle associazioni familiari». Un invito finalizzato a superare le divisioni emerse a Verona e a ribadire che la Chiesa italiana è sempre pronta a mettersi al fianco di chi è disposto a lavorare per mettere a punto un pensiero sulla famiglia per questo tempo, «sensibile ai cambiamenti sociali senza venir meno ai principi». Una complessità, tra tradizione e rinnovamento, del tutto ignorata al Congresso di Verona di cui oggi ha parlato lo stesso presidente del Forum, Gigi De Palo: «Credo che queste settimane di polemiche siano state importanti per il futuro di questo Paese. Ora sappiamo come non si deve parlare di famiglia, di vita e di donne. Ora sappiamo che tolte quelle due piazze contrapposte che si alimentavano l’una dell’altra, c’è un mondo reale che vuole politiche per la famiglia e per la natalità e che ci si può mettere seriamente attorno ad un tavolo a lavorare».
Eppure, come detto, Salvini non molla. Oggi ha ribadito che, riguardo alla famiglia «ci sono due temi sui quali sarò particolarmente attento. Quello sulle case famiglia, un business da centinaia di milioni di euro». E quello sulle adozioni: «Ci sono migliaia e migliaia di coppie di italiani che aspettano da troppo tempo di adottare un bimbo in Italia o all’estero». Due uscite che denotano un’approssimazione sorprendente, come conferma Marco Giordano, direttore del Tavolo nazionale affido e lui stesso genitore affidatario: «Business milionario? Bambini ostaggio? Contiguità sospette tra magistratura e case famiglia? Sono considerazioni grossolane – osserva – ma se ci fosse una commissione parlamentare d’inchiesta che mettesse a tema l’effettivo benessere di bambini e ragazzi che hanno famiglie gravemente danneggiate, noi saremmo i primi ad essere soddisfatti e forniremo tutta la collaborazione possibile».
Discorso molto simile per quanto riguarda le adozioni. Salvini a Verona aveva parlato di 30mila famiglie che attendono di adottare un bambino. Ma le coppie in attesa per l’adozione nazionale sono 8.342. Ci sono poi 424 minori – secondo i dati delle Procure – da tempo parcheggiati nelle varie realtà d’accoglienza, più difficilmente collocabili perché già preadolescenti o affetti da patologie psico-fisiche. E per l’adozione internazionale? Qui le coppie che hanno fatto richiesta d’adozione sono 3.400 e i bambini che nel 2018 sono arrivati in Italia, 1.394.
Intanto Di Maio rilancia il quoziente famiglia e parla di «provvedimenti nel prossimo Def per aiuti alle famiglie sul modello francese: 50% di sconto sui pannolini, 50% sulle spese per la baby sitter e coefficiente famigliare che si abbatte a seconda di quanti figli hai». La meta, secondo il vicepremier, sarebbe a portata di mano nel Def da promulgare entro il 10 aprile ma, considerando che il documento di economia e finanza è un testo di programmazione economica e non una legge, tutto rischia di slittare di qualche settimana, verso le europee di maggio, se non addirittura all’autunno, quando dovrà essere messa a punto la prossima legge di bilancio. Nel Def potrebbero apparire solo le prime indicazioni di base, che andrebbero concretizzate però successivamente.
Adozioni internazionali, il pasticcio delle deleghe
È il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, all’indomani della formazione del governo gialloverde, a vedersi affidata la delega sulle adozioni. Anche se il ruolo di presidente della Commissione adozione internazionali (Cai) resta in capo al premier Giuseppe Conte. Il risultato è che a mandare avanti le attività ordinarie della Cai è la vicepresidente in carica, Laura Laera, mentre il governo non dà alcun segnale sull’argomento. Sabato la gaffe del vicepremier Salvini innesca un nuovo cortocircuito: il ministro Fontana fa sapere di avere rimesso l’incarico sulle adozioni a febbraio, Palazzo Chigi smentisce spiegando che l’inattività di Fontana ha spinto la Segreteria generale di Conte a intervenire nell’ultimo mese.