lunedì 1 aprile 2019
Aprendo il Consiglio permanente, il presidente della Cei chiede un piano per la natalità, la cura delle mamme lavoratrici, misure economiche e fiscali, il lavoro. Sinodalità vale per Chiesa e società
Gualtiero Bassetti in una foto Ansa

Gualtiero Bassetti in una foto Ansa

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Sinodalità è una parola che non vale solo per la Chiesa. Ma anche «una proposta che sentiamo di poter e dover fare anche alla società». Soprattutto per svelenire il dibattito pubblico e la comunicazione. E non dividersi «persino su un tema prioritario come quello della famiglia». Così il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha aperto il Consiglio permanente, che fino a mercoledì si occuperà anche del tema della sinodalità. L'accento, nella sua introduzione, è andato comunque anche sui temi dell'attualità sociale e politica. Sinodalità, che è sinonimo di dialogo e di ascolto dell'altro, «anche per una società slabbrata come la nostra nostra», ha rimarcato l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. «Non è certo sinodale la modalità con cui la comunicazione viene spesso usata per accendere gli animi, screditare e far prevalere le paure, arrivando a identificare nell’altro non un fratello, ma un nemico. Quanta distanza - ha fatto notare Bassetti - dal dialogo che abbiamo visto in atto in questi giorni con la visita del Santo Padre in Marocco…».

Le conseguenze di questa carenza sono sotto gli occhi di tutti, ha proseguito il cardinale. «Purtroppo, quando manca questo sguardo, riusciamo a dividerci su tutto, a contrapporre le piazze, persino su un tema prioritario come quello della famiglia, sul quale paghiamo un ritardo tanto incredibile quanto ingiusto. Ma come si fa a dimenticare che, anche negli anni più pesanti della crisi, proprio la famiglia ha assicurato la tenuta sociale del Paese? E oggi non è forse ancora la famiglia a rappresentare per tutti la principale opportunità di riscatto».

Pur senza fare esplicito riferimento al Congresso di Verona e alle roventi polemiche che ne sono seguite, è evidente che Bassetti non ignora quanto è successo nel fine settimana appena concluso. Di qui il suo richiamo: «Le istituzioni pubbliche non possono fare finta che la famiglia sia solo un fatto privato: ciò che avviene tra i coniugi e con i figli è un fatto sociale; e ogni essere umano che viene ferito negli affetti familiari, in un modo o nell’altro, diventerà un problema per tutti. Non si resti, quindi, sordi alle domande di sostegno in campo educativo, formativo e relazionale, che salgono dalle famiglie. Il cuore di ciascuna di esse è l’amore delle persone che la compongono e che, in virtù di questo amore, stringono alleanza davanti agli uomini e – per noi credenti – nel Signore».

La famiglia, ricorda in pratica il presidente della Cei, non ha bisogno di polemiche e di schieramenti contrapposti, ma soprattutto di provvedimenti concreti di sostegno. Perciò Bassetti ha enumera i temi di questa indispensabile agenda. «Se non vogliamo rassegnarci al declino demografico, ripartiamo da un’attenzione reale alla natalità; prendiamoci cura delle mamme lavoratrici, imparando a riconoscere la loro funzione sociale; confrontiamoci con quanto già esiste negli altri Paesi del Continente per assumere in maniera convinta opportune misure economiche e fiscali per quei coniugi che accolgono la vita. Vanno in questa direzione diverse proposte avanzate anche dal Forum delle Associazioni Familiari».

Infine l'appello del cardinale a collaborare proprio su questi temi. «La famiglia è il termometro più sensibile dei cambiamenti sociali: senza venir meno ai principi – visto che la famiglia non è un menù da cui scegliere ciò che si vuole – aiutiamoci a mettere a punto un pensiero sulla famiglia per questo tempo. Chi fosse sinceramente disponibile a questo passo – che è condizione per una società migliore – ci troverà sempre al suo fianco, forti come siamo di una ricca tradizione di cultura della famiglia.

Nell'introduzione trovano posto anche altri temi: a partire dai giovani, dato che l'apertura del Consiglio permanente giunge alla vigilia della pubblicazione dell'esortazione apostolica postsinodale Christus vivit firmata a Loreto lo scorso 25 marzo. «La segreteria generale, in particolare attraverso il Servizio nazionale per la pastorale giovanile, è impegnata a rilanciare la riflessione perché il Sinodo recentemente concluso trovi attuazione nelle nostre Chiese». Più in generale, ha aggiunto «la nostra passione educativa ci deve spingere a far crescere in loro il desiderio di intraprendere, di essere generativi, di tessere reti comunitarie e relazionali».

Il cardinale ha anche ricordato che sinodalità significa «far funzionare meglio le Conferenze regionali», anche per come «banco di prova» per arrivare «a scelte precise: una su tutte la riduzione delle diocesi, che più volte ci è stata sollecitata». Il porporato ha messo l'accento anche sul tema della lotta alla pedofilia. «Vi confido che una delle indicazioni più preziose che mi sono portato via dall’incontro dello scorso mese scorso in Vaticano, dedicato alla tutela dei minori nella Chiesa, rimanda proprio alla necessità che temi come questo siano affrontati insieme. Ne parleremo nel corso dei nostri lavori, alla luce anche dei tre documenti appena pubblicati, con cui il Santo Padre rafforza per la Città del Vaticano e la Curia Romana l’assetto normativo, stabilendo misure concrete con cui far sì che la Chiesa sia sempre più casa sicura per i bambini e le persone vulnerabili».

Il presidente della Cei ha toccato anche la questione lavoro il lavoro («per rendere le persone partecipi della cittadinanza, la via principale rimane quella che sa ricercare con coraggio misure capaci di offrire lavoro e di crearlo»), la prossima Settimana sociale (per «dare un nome alle domande reali della gente, alle povertà e alle disuguaglianze, a chiedere politiche adeguate»), il tema centrale della Assemblea generale di maggio, con il suo tema centrale "Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria" e l'incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo che si svolgerà a Bari nel febbraio del prossimo anno. «Un incontro basato sull'ascolto e sul discernimento comunitario - ha concluso il porporato - che valorizzando la sinodalità si prefigge di compiere un passo verso la promozione di una cultura del dialogo e della pace, per un futuro dell'Italia, dell'Europa, dell'intero bacino mediterraneo».

Quindi, tornando sulla questione della sinodalità, che «non è un vestito esteriore» e che «sorge dal basso», Bassetti ha ricordato la «politica dell'incontro», messa in atto nei due anni da presidente della Cei. «Ho accettato inviti in tante diocesi e realtà religiose e associative, animato essenzialmente dal desiderio di favorire un tessuto di scambi tra il centro e le realtà diocesane e regionali. Visite e incontri mi hanno permesso di avere un'ampia serie di contatti personali con molti vescovi e anche con il nostro popolo». "Più volte - ha aggiunto - sono rimasto colpito dalla profonda solitudine che segna la vita di tanti di noi». Dunque «proprio la sinodalità ci deve aiutare a vivere una maggiore fraternità».



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