martedì 12 febbraio 2013
​Il premier uscente non faccio gli ordini dell'Europa. Il leader M5S: porti il cagnolino al parco. Berlusconi torna sul Festival: prende le parti di un partito.
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«Caro Grillo, non diciamo sciocchezze che portano la gente ad avere più confusione in testa. Io farei gli ordini dell'Europa?». Mario Monti attacca direttamente il leader carismatico del Movimeto 5Stelle. «Io sono riuscito, il mio governo è riuscito, con la grande tenacia degli italiani, ad uscire da quel disastro finanziario di 15 mesi fa, dicendo no all'Europa che voleva darci dei prestiti per salvarci. Se non l'avessimo fatto, oggi saremmo come la Grecia», ha detto il premier uscente ospite di Uno Mattina, rispondendo alle accuse di Beppe Grillo. «Grillo per una volta vada in una piazza greca anzichè in una italiana e vedrà la disperazione, la protesta. Vedrà piazza piene di neofascisti. Se vuole prendersi questa responsabilità, con le sue urla, io non voglio farlo, e anzi farò di tutto per combattere unpopulismo simpatico, spiritoso, ma assolutamente devastante per l'Italia».«Rigor Montis si tolga dai piedi, porti il suo cagnolino al parco, ha già fatto abbastanza danni». ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, replicando in un post su Finmeccanica alle accuse mossegli stamani dal presidente del Consiglio uscente (con riferimento al cucciolo Empy, dono delle Invasioni barbariche, per il quale ieri la signora Elsa Monti è stata notata far compere in un negozio di articoli per cani).Nella giornata Monti ha anche dichiarato che di essersi prestato, alla sua «verde età», a essere «insultato, a non essere più super partes» e di averlo fatto «per i giovani». Lo ha detto incontrando le associazioni femminili. «Se torna la politica tradizionale - ha aggiunto - i giovani sono destinati ad avere ben poche opportunità: avranno la prospettiva, nei prossimi 10-15 anni, di scegliere tra immigrazione, disoccupazione, qualcuno troverà lavoro, e un numero sempre maggiore potrebbe finire nelle braccia della criminalità ganizzata». Una stoccata a Berlusconi (che ne includeva anche, in un colpo solo, anche a Bersani) non è mancata, a proposito di uno di quegli argomenti che stanno alimentando il già ricco ventaglio di temi alti della campagna elettorale. «C'è un uomo politico che ha fatto una battuta sulle donne - ha, non troppo cripticamente, detto Monti -. Non credo sia stato un lapsus, credo sapesse di toccare corde molto vive nella psicologia maschile del Paese e un altro uomo politico gli ha giustamente risposto ma con un'immagine non credo molto bella per le donne». Serve, è stata la conclusione del ragionamento, «cambiare sguardo sulle donne che sono il vero indicatore di modernità di un Paese».
Dagli scenari di Monti alla scena di Sanremo, che è tornata protagonista nelle invettive di Silvio Berlusconi.  «Mi è sembrato giusto dire quello che ho detto: in un momento di vicinanza assoluta alle elezioni credo che la tv di Stato non possa permettersi di prendere le parti per un partito con l'audience che ha. E poi ha limitatogli interventi dei vari candidati. Non ho dubbi che non ci sarebbe stato nessun guaio a spostare Sanremo». La dichiarazione è stata fatta al forum dell'Ansa. Insieme a una conferma, o quanto meno a un chiariemento d'intenti: «Se vinciamo le elezioni indicherò Angelino Alfano come premier». Il leader del centrodestra ha anche detto di avere un candidato in pectore per il Quirinale di cui però ora non vuole fare il nome. Nella giornata del tutti contro Grillo, Berlusconi ha commentato che «chi vota Fini, Casini, Monti e anche Grillo è come se votasse per la sinistra. Perchè anche Grillo? Perchè abbiamo scoperto che moltissimi candidati di Grillo in grandissima parte hanno fatto politica locale e vengono dai centri sociali e dai no tav».Il concetto di voto utile, a sinistra, è stato ribadito per l'ennesima volta da Bersani. «L'unico voto utile contro la destra è il nostro». Così il leader del Pd, in un comizio a Catania. «Siamo l'unica democrazia nel mondo - ha aggiunto - in cui il sistema politico è organizzato attorno a una persona: dopo Berlusconi, Monti, Grillo e Ingroia cosa c'è?». «Da noi dopo Bersani - ha osservato entusiastico - c'è il Pd, il partito riformista del secolo». E poi un riferimento a Monti che, ha detto, «ci ha fatto mandare giù pilloloni...».
La campagna non si ferma. Ma forse da qualche parte «il disco è rotto» (lo slogan di una decina di candidati in Liguria per Fare per fermare il declino, che hanno distribuito volantini di fronte al teatro Ariston dove si svolge il Festival di Sanremo).
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