Ansa
Alle scuole elementari tornano i giudizi descrittivi al posto dei voti numerici, già a partire dal primo quadrimestre. È quanto prevede l’Ordinanza illustrata dal ministero dell’Istruzione ai sindacati, che attua quanto previsto dal decreto Scuola. La nuova normativa ha infatti individuato un impianto valutativo che supera il voto numerico e introduce il giudizio descrittivo per ciascuna delle discipline previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, Educazione civica compresa.
«È un cambiamento che abbiamo deciso in Parlamento – spiega la ministra Lucia Azzolina – mettendo al centro l’idea che la valutazione, soprattutto in quella fascia di età, debba essere quanto più possibile chiara e rappresentativa del percorso fatto, dei miglioramenti conseguiti, degli obiettivi raggiunti».
ll giudizio descrittivo di ogni studente sarà riportato nel documento di valutazione e sarà riferito a quattro differenti livelli di apprendimento.
Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.
Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.
Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.
In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.
I livelli di apprendimento saranno riferiti agli esiti raggiunti da ogni alunno in relazione agli obiettivi di ciascuna disciplina.
Nell’elaborare il giudizio descrittivo si terrà conto del percorso fatto e della sua evoluzione. La valutazione degli alunni con disabilità certificata sarà correlata agli obiettivi individuati nel Piano educativo individualizzato (Pei), mentre la valutazione degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento terrà conto del Piano didattico personalizzato (Pdp). «In questo modo abbiamo la possibilità di osservare e descrivere con maggiore chiarezza non solo i traguardi raggiunti dalle bambine e dai bambini, ma anche il percorso che hanno fatto per raggiungere determinati obiettivi e i processi attivati nei diversi ambiti disciplinari», osserva la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani.