Sono scappati da Sudan, Centrafrica, Somalia, Sud Sudan, Eritrea, Camerun. Dallo Yemen in guerra. Dopo la fuga da persecuzioni e violenze, in molti hanno attraversato anche l'inferno dei centri di detenzione libici. Poi, grazie all'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono stati fatti uscire dalla Libia e raccolti in Niger da dove, finalmente, hanno potuto prendere un volo di linea senza rischiare la vita affidandosi a trafficanti e scafisti. Sono i 50 profughi arrivati questo pomeriggio a Roma, all’aeroporto di Fiumicino, con un volo da Niamey, Niger. Tra di loro 16 bambini. A dare loro la possibilità di ricostruirsi una vita è il programma di corridoi umanitari gestito dalla Caritas Italiana, frutto della collaborazione tra Acnur, Governo Italiano e Conferenza Episcopale Italiana.
L'ingresso in aeroporto dei profughi dal Niger accolti dagli operatori di Caritas italiana - Foto Francesco Spagnolo/Caritas
Il progetto ha permesso fino ad oggi di fare arrivare in modo legale e sicuro centinaia di rifugiati. Ad attenderli a Roma hanno trovato gli operatori e i volontari delle Caritas diocesane di Avellino, Crema, Matera, Venezia, Verona e Vigevano, che attraverso un’accoglienza comunitaria garantiranno ai beneficiari percorsi di prossimità e integrazione sui loro territori, accompagnandoli verso l'autonomia.
Monsignor Francesco Soddu, già direttore di Caritas italiana, oggi vescovo di Terni-Narni-Amelia, spiega che «ancora una volta il programma dei corridoi umanitari ha dimostrato che esiste un’alternativa sicura e legale per raggiungere l’Italia, sottraendosi ai trafficanti ed evitando di rischiare la vita in mare». Caritas italiana spiega inoltre che il Boeing 787 per il volo è stato messo a disposizione dalla Onlus Solidaire.