L'isola di Procida - Ansa
Sarà anche la voglia di vento, di sole e di mare che il lungo inverno del Covid fa crescere in modo esponenziale, ma il coro di esultanza che ieri ha accolto l’annuncio di Procida come Capitale italiana delle cultura 2020 non può non colpire. L’isola del Golfo di Napoli, parte con Ischia, Vivara e Nisida delle isole Flegree, ha superato nella fase finale Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania, Volterra (Pisa). Il progetto di candidatura è stato scelto dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni e lo ha raccomandato al ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. «Il contesto dei sostegni locali regionali, pubblici e privati, è ben strutturato. La dimensione patrimoniale paesaggistica del luogo è straordinaria – ha detto il ministro leggendo la motivazione – la dimensione lavoratoriale che comprende aspetti sociali e diffusione tecnologica è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese».
Procida, il cui motto era "La cultura non Isola", prenderà il testimone da Parma che, travolta dalla pandemia, terrà in mano il titolo anche per il 2021, nella speranza che la situazione migliori e così poter mettere in pratica il ricco calendario di manifestazioni. Nel 2023 invece il titolo è stato assegnato "ex lege" congiuntamente a Bergamo e Brescia come risposta alle sofferenze del Covid. Vale la pena aggiungere che L’Aquila sarà Città europea dello Sport 2022 mentre Taranto è già stata scelta per ospitare i XX Giochi del Mediterraneo nel 2026. «Nel 2022 – ha commentato Franceschini – saremo tornati alla normalità e la cultura e il turismo torneranno importanti e fortissimi come lo erano prima della pandemia». Il commento più diffuso è che questa per Procida e per l’area dei Campi Flegrei sia una «opportunità storica». Per il sindaco Raimondo Ambrosino «Procida può essere considerata una metafora di tanti luoghi, di tante amministrazioni, di tantecomunità che hanno riscoperto l’entusiasmo e l’orgoglio del loro territorio e che con questo titolo vogliono costruire un riscatto importante per le proprie terre».
Commenti per la scelta di Procida, dove Elsa Morante ambientò L’isola di Arturo e dove è stato girato Il postino con Massimo Troisi, sono arrivati da tutto l’arco istituzionale ma anche dal mondo della canzone napoletana. Vale la pena però di sottolineare quello dello scrittore Erri De Luca: «Un riconoscimento alla bellezza e a una popolazione che, in mezzo al mare, si è issata da protagonista. E un riconoscimento anche al mare, all’importanza del mare e del Mediterraneo e della nostra centralità dentro questo "territorio comune" che è appunto il Mediterraneo».