Alleati in competizione elettorale. Berlusconi insegue Salvini non solo nelle percentuali ma anche su TikTok - Ansa/TikTok
«Dobbiamo sbarcare su TikTok, è lì che ci sono i giovani». Il primo tra i politici ad avere capito l’importanza di questo social è stato Matteo Salvini, nel novembre del 2019. Gli ultimi ad averlo fatto sono stati in queste ore Berlusconi e Renzi.
«E che ci fai anche tu su TikTok?», dice l’altro Matteo nel suo video di debutto. Gli hanno spiegato che deve fare il simpatico per catturare i giovani e lui prende persino in giro se stesso e il suo inglese: «Per molti di voi io sono un esperto di first reaction shock e di shish». Si va a votare il 25 settembre e bisogna darsi da fare ovunque.
Berlusconi è sempre Berlusconi. Stesso vestito blu, stessa camicia azzurra e cravatta elegante, stessa libreria alle spalle, stesso movimento delle mani. Gli hanno spiegato che deve parlare ai giovani e lui debutta con un «sciao ragazzi». Poi promette: «Parleremo dei temi che vi riguardano». Ma quando lo senti accennare a detassazione delle imprese ti viene il sospetto che dovrà impegnarsi non poco per convincere i quasi 6 milioni di under 24 presenti in Italia su TikTok. Sul finale del suo video, ci arriviamo fra poco.
Al momento, tra Silvio e Matteo, non c’è partita. Quasi 283mila mi piace per Berlusconi e 12mila per Renzi. Il Pd non va meglio, anzi. Sceglie di debuttare su TikTok solo come partito e con un video di Alessandro Zan sui diritti, con lui che cammina per strada con lo sfondo fuori fuoco. Risultato (mentre scriviamo alle ore 18): 2.500 mi piace, 1.049 follower e 22mila visualizzazioni. Pochino per una forza che punta a superare il 24% dei consensi elettorali.
In sei giorni che è su TikTok, Carlo Calenda di Azione ha raccolto 44mila mi piace e 15.300 follower, con il video di debutto che è stato visto 465mila volte. «Io non so ballare, sembro un orso ubriaco. Non posso dare consigli di make-up perché ho la pancia e sono brutto. Però posso parlarvi di politica, di libri e di cultura». Basterà?
Se dovessimo dire chi vincerà le lezioni basandoci sui risultati social ottenuti su TikTok, al primo posto si piazzerebbe Salvini. Il leader della Lega è sul "social dei giovani" dal novembre 2019 e da allora ha accumulato 541mila follower e 7 milioni di mi piace. Per capirci: la sua diretta rivale, Giorgia Meloni, arrivata quest’anno su TikTok, ha fin qui raccolto 103mila follower e 535mila mi piace. Mentre Giuseppe Conte ha 242mila follower e oltre 2 milioni di mi piace.
Numeri che dicono tanto ma non dicono tutto. Soprattutto non dicono quanto i TikTok dei politici porteranno voti. Perché vero che su questo social ci sono quasi 6 milioni di "under 24", ma per comunicare con loro temiamo non basti far oscillare la testa e fare un sorrisetto come fa Berlusconi mentre dice «Ci vediamo su TikTok» alla fine del suo video.
Certo, lo sbarco di tutti i leader politici su TikTok risponde a una precisa tesi di comunicazione: ogni volta che lasci libero uno spazio, questo non resta vuoto ma viene occupato da qualcun altro. E bisogna usare anche i social, tutti i social, per arrivare agli elettori. Il punto è come lo si fa.
I ragazzi non vogliono furbe strategie e nemmeno che i politici siano dei novelli Khaby Lame, l’influencer senegalese naturalizzato italiano, diventato il numero uno dei creator con 143,3 milioni di follower. Chiedono ai politici di essere credibili e di fare con serietà il proprio lavoro. Intanto, per ogni TikTok di un politico, appaiono decine di parodie. Alcune decisamente divertenti.