lunedì 18 febbraio 2013
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​Asette giorni dalle urne parte l’offensiva del centrosinistra sul voto gay. Con distinguo tra Bersani e il duo Vendola-Ingroia che mettono in difficoltà il segretario Pd. Il leader dei democratici, inviando una lettera ad una convention, organizzata da Agedo, Arcigay, Arcilesbica, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno, prende due impegni: fare entro sei mesi una legge sull’omofobia (estendendo la legge Mancino) ed entro un anno una norma sulle unioni gay sul modello tedesco (sintetizzando alla buona: un nuovo istituto giuridico pensato solo per le coppie omosessuali e distinto dal matrimonio quasi unicamente per il divieto di adozioni congiunte). Per le associazioni il leader Pd si è spinto in avanti anche sul «diritto del bambino che cresce all’interno di un nucleo familiare omogenitoriale a vedere riconosciuto dalla legge il legame affettivo con il genitore non biologico, soprattutto nei casi di malattia o morte del genitore biologico».Nei meandri dei tecnicismi è ancora difficile capire le reali intenzioni del Pd. Ma la giornata di ieri è sufficiente per capire le differenze che resistono all’interno della stessa coalizione di centrosinistra. Nichi Vendola, infatti, invia alle associazioni un saluto in cui definisce «finito il tempo della pazienza, così come sta accadendo in tutto l’Occidente». Il leader Sel si impegna piuttosto «affinché sia possibile al più presto approvare una legge di tipo matrimoniale». Sul punto Vendola potrebbe essere più un alleato di Ingroia, che di Bersani. Anche il leader di Rivoluzione civile, infatti, nel suo saluto si dice «a favore del matrimonio e delle adozioni», assicurando «il sostegno del suo movimento alle istanze della comunità gay e lesbica».Il segretario Pd è di fronte a un nodo. E sperimenta sulla sua pelle il gioco ad alzare il tiro che proviene da altre aree politiche e culturali. La reazione delle sigle gay è emblematica: «Di Bersani – dicono in coro – apprezziamo solo i tempi. Sulle proposte siamo ancora lontani da ciò che vogliamo, e ci sentiamo molto più vicini a Vendola e Ingroia».Perciò in serata il leader dei democratici deve tornarci sopra per difendersi e rilanciare la palla nel campo di Monti e del centrodestra: «Ho precisato da tempo la nostra proposta. Ne approfitto per chiedere cosa ne pensano le altre coalizioni che si lamentano della nostra presunta instabilità. Non ho sentito altri dire cose molto precise...».
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