La minaccia messa ora nero su bianco. Sono le 20 e 10 quando il proposito di dimissioni di massa, circolato già a fine mattinata in un vertice a palazzo Grazioli, viene fatto proprio dai gruppi parlamentari del Pdl con un lungo applauso. Piena disponibilità quindi, per acclamazione, alle dimissioni in massa, una volta che il Pd in Giunta per le elezioni, al Senato, desse il via libera (come appare ormai scontato) alla decadenza di Silvio Berlusconi.Una riunione a tratti drammatica, introdotta dai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, poi ha preso la parola Berlusconi, con parole che non sono certo state lette come un freno al proposito già in campo. «È in corso un’azione eversiva che stravolge lo Stato di diritto e la democrazia non c’è più», è stata la frase più dura dell’intervento del Cavaliere. Anche se Brunetta un po’ frena: «Nessuna ipotesi di dimissioni di massa, decideremo il 4 ottobre». Ma nel Pdl circola già la voce che anche la Lega sia pronta ad aggiungersi alla minaccia aventiniana.«Sono stati i 55 giorni più brutti della mia vita, che non dormo per accuse infamanti e una sentenza assurda e ingiusta», ha aggiunto Berlusconi. Ma nessun intento di gettare la spugna. «Con Forza Italia ho buttato il cuore oltre l’ostacolo, proprio come nel ’94», è stato il segnale politico lanciato ai suoi a Montecitorio. «Io non mollo il mio dovere è resistere e combattere nonostante sia molto difficile perché ho contro tutti. Con Forza Italia possiamo tornare al 36 per cento».Ed è proprio di ieri una notizia, da ricollegare con la sentenza, ma con ripercussioni di carattere anche politico. Berlusconi è infatti intenzionato a spostare la sua residenza a Roma, con effetti che potrebbero registrarsi in caso di condanna ai domiciliari, avendo a Roma (in via del Plebiscito, a Palazzo Grazioli) la direzione della sua attività politica.«Dal ’94 a oggi la sinistra non è cambiata. La loro ideologia è criminale, sono invidiosi», è stato un altro passaggio incendiario del Cavaliere. «C’è il tripudio della sinistra, che ritiene di avermi eliminato con una condanna, ma si illudono». Da parte di Berlusconi anche un attacco durissimo al presidente del gruppo <+corsivo>L’Espresso<+tondo>: «Da De Benedetti ho subito una rapina a mano armata».Una situazione delicatissima che coglie il premier in visita in America. Tocca a Dario Franceschini dare voce alla preoccupazione di Palazzo Chigi, mentre si parla di un Letta molto seccato, intenzionato a respingere «logoramenti e ricatti»: «Mentre il presidente del Consiglio – attacca il ministro dei rapporti col Parlamento – parla all’Onu e lavora per rafforzare la credibilità internazionale del nostro Paese, mentre affrontiamo emergenze di ogni tipo, ci troviamo di fronte a parole e gesti di una gravità assoluta», «Dal Pdl l’ennesima prova di irresponsabilità nei confronti del Paese», tuona il segretario del Pd, Gugliemo Epifani. «Provocazioni inqualificabili», la replica a stretto giro di Schifani e Brunetta.
Letta: non mi faccio ricattare. Berlusconi: «In corso un colpo di Stato». E sposta la residenza a Roma (Angelo Picariello)
Napolitano: «Verificherò le conclusioni dell'Assemblea del Pdl»
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