«I pm -ha concluso Berlusconi- hanno detto a De Gregorio 'o ci dici qualcosa su Berlusconi o ti mettiamo in galerà e De Gregorio che ha il terrore della galera ha detto delle cose su Berlusconi come volevano i pm. Questa è la barbarie».La replica di De Gregorio: «Nessuno mi ha costretto»In serata arriva la replica di Sergio De Gregorio, che smentisce la ricostruzione fatta da Berlusconi: «La mia scelta di sottopormi ad interrogatorio è stata il frutto di una mia libera determinazione - precisa in una nota Lo precisa Sergio De Gregorio in una nota.«Affrontare le problematiche giudiziarie e detentive non mi fa paura, tant'è che il 15 marzo sarò sottoposto alla misura coercitiva dei domiciliari», ha aggiunto Sergio De GregorioIn particolare - precisa il senatore uscente attraverso il suo legale Carlo Fabbozzo - nel mese di dicembre scorso «ho fatto depositare una lettera autografa con la quale chiedevo di essere sentito, illustrandone i motivi, ed elencando gli argomenti sui quali intendevo rendere dichiarazioni».Il Cav: il 23 marzo in piazza contro le toghe. Anm: inaccettabile.Ma Berlusconi non demorde. E ha fatto anche sapere che la manifestazione per la giustizia si terrà il prossimo 23 marzo. L'annuncio è arrivato a margine del suo intervento in tribunale a Milano dove è imputato per frode fiscale nel processo d'appello sui diritti tv. L'ex premier è tornato a definire la magistratura «un cancro, una patologia del nostro sistema».Un'iniziativa che per l'Associazione nazionale magistrati è inaccettabile. « Nessuno contesta il diritto dimanifestare, e di manifestare anche in materia di giustizia - si legge in una nota dell'Anm -. Ma se si sollecita una manifestazione contro la magistratura o volta a condizionarne l'azione, è inaccettabile».
Così il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha commentato l'accusa dei giudici di Napoli secondo i quali avrebbe comprato il passaggio di Sergio De Gregorio dall'Idv all'allora Forza Italia. Ma l'ex senatore replica: nessuno mi ha costretto. Il Cavaliere annuncia una manifestazione "per la giustizia" il 23 marzo. La replica dell'Anm: «Inaccettabile».
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