giovedì 22 ottobre 2020
L’audizione alla Camera del presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo sull’assegno unico e universale che debutterà dal prossimo 1 luglio ha riacceso il dibattito politico attorno a questa riforma
La ministra Elena Bonetti

La ministra Elena Bonetti - Ansa

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L’audizione alla Camera del presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo sull’assegno unico e universale che debutterà dal prossimo 1 luglio ha riacceso il dibattito politico attorno a questa riforma, sollevando non poche preoccupazioni. I 3 miliardi destinati dal governo per finanziare l’assegno da luglio a dicembre 2021, così come i 6 miliardi a regime dal 2022, in sostanza potrebbero non bastare se si vuole mantenere una clausola di salvaguardia.

La ministra per la Famiglia Elena Bonetti è intervenuta confermando che l’intenzione è di fare in modo che nessuno ci perda e ha ricordato che «l’assegno unico universale arriverà a tutte le famiglie italiane per ogni figlio a carico, una parte la riceveranno tutti e l’altra in base al reddito, stiamo valutando di utilizzare l’Isee». «L’assegno andrà a ogni figlio – ha precisato Bonetti – partirà dal settimo mese di gravidanza, fino al 21esimo anno di età, e sarà maggiorato per il terzo figlio e per i figli disabili».

Il nodo delle risorse è il punto critico perché l’assegno sarà finanziato eliminando le detrazioni per i figli a carico (fino a 24 anni) e gli attuali assegni per i lavoratori dipendenti. Dunque le maggiori risorse serviranno per estendere l’assegno ai lavoratori autonomi (oggi hanno solo le detrazioni), per compensare gli incapienti (che non beneficiano delle detrazioni), e per finanziare la clausola di salvaguardia. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha confermato i margini stretti delineati dall’Istat, assicurando che «verrà dato un assegno maggiore a una platea di soggetti molto più ampia», e che «la maggior parte dei cittadini ci guadagnerà sicuramente ». Non tutti, dunque, ma «con la riforma dell’Irpef questi aspetti verranno affrontati».

Della questione se ne occupa anche un servizio delle “Iene” che va in onda questa sera su Italia1, nel quale la politica è incalzata con il classico stile irriverente affinché vengano destinate maggiori risorse per un vero assegno di livello europeo da 250 euro a figlio. Nella trasmissione interviene anche Piero Angela, il noto giornalista scientifico, che lancia l’allarme sul declino demografico del nostro Paese condannato a un inevitabile declino se continuerà a fare meno figli.

Il presidente del Forum delle famiglie, Gigi De Palo, torna a chiedere di portare la spesa aggiuntiva ad almeno 10 miliardi, per avere un assegno che aumenti la dotazione a tutte le famiglie, attingendo dai 209 miliardi del Recovery Fund.

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