Commozione, abbracci e lacrime ai
piedi della scaletta dell'aereo militare che ha portato a Roma
dal Congo i 31 bambini adottati da famiglie italiane, per mesi
bloccati da problemi burocratici. Il ministro Maria Elena Boschi
inviata dal Governo in Congo è scesa dall'aereo tenendo per mano
due tra i più piccoli adottati. Le famiglie che aspettavano in
pista hanno accolto i bambini con manifestazioni di gioia,
gratitudine e profonda commozione. In viaggio i bambini - ha detto Boschi - hanno dormito molto
perché erano stanchi. Sono impazziti di gioia quando una volta
atterrati a Ciampino dai finestrini dell'aereo hanno
riconosciuto i genitori che li aspettavano sulla pista".
"I nostri lunghi negoziati
e le verifiche felicemente concluse da parte congolese hanno
avuto in Congo un effetto trascinante, perché, con i bambini
adottati dalle famiglie italiane si sono sbloccate le situazioni
anche per cittadini di altri Paesi. È stata una liberazione
generale". Così all'aeroporto di Ciampino, in attesa dell'arrivo
dell'aereo da Kinshasa, l'ambasciatore Cristina Ravaglia,
Direttore generale per gli italiani all'estero e per le
Politiche migratorie del Ministero degli esteri, ha ricostruito
la vicenda dei 31 bambini bloccati per mesi in Congo.
"Le irregolarità -aggiunge- nelle adozioni riscontrate da parte
congolese non riguardavano le famiglie italiane ma quelle di un
altro Paese, il ché aveva bloccato tutto. In particolare alcune
adozioni canadesi da parte di famiglie mono parentale che per le
leggi di quel Paese non sarebbero potute avvenire. Una posizione
che fa parte dei diritti di ciascun Paese, anche perché il tema
delle adozioni è delicatissimo. Ma siamo riusciti a superare
questo blocco in un tempo inferiore rispetto all'anno che si
poteva temere".
L'ambasciatore Ravaglia ha sottolineato l'emozione delle 24
famiglie in attesa dei bimbi "che a tutti gli effetti di legge
sono loro figli". E ha ricordato i giorni terribili delle mamme
e dei papà quando sono stati costretti a lasciare i bambini a
Kinshasa.