La ferita della nuova, drammatica crisi mediorientale ci riguarda e interpella nel profondo. In occasione della Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre Avvenire vuole raccogliere e far risuonare tutte le #vocidipace: mandaci la tua a vocidipace@avvenire.it o sui nostri canali social.
Con fede crediamo che la preghiera e il digiuno possono veramente fermare questa folle escalation cui stiamo assistendo attoniti, con una spada nel cuore. Abbiamo accolto l’invito del cardinale Pizzaballa assieme alla presidenza della Cei a partecipare alla Giornata del 17 ottobre. Noi saremo impegnati a tempo pieno dal 14 al 22 con 400 giovani in una missione di strada a Roma per essere nel nostro piccolo (andando nelle strade, nelle pizze, nelle scuole, nelle zone più calde della capitale), testimoni di pace, strumenti di risurrezione, perché la pace credo si costruisca nel cuore di ogni uomo. In quei giorni cercheremo di intensificare la preghiera, avremo dei momenti comunitari nelle serate di sabato e domenica per poi unirci martedì ai nostri fratelli della Terra Santa martoriata. Ovviamente siamo tutti molto preoccupati perché ogni guerra è una follia e questa che cresce di giorno in giorno ci fa avere il cuore trepidante. Perché è vero come ha detto il Papa che il popolo israeliano ha il diritto di difendersi ma poi la difesa non deve diventare sproporzionata come sta invece accadendo con l’invito all’evacuazione di un milione di persone e il rischio che per distruggere un’organizzazione terroristica si demoliscano le città dove abitano civili. E nel frattempo Hamas si appella a tutto il modo arabo a esprimere la propria rabbia.
Quanto sta avvenendo è l’ennesima ferita nel cuore dell’umanità e di ciascuno di noi, in un momento nel quale davvero l’equilibrio della nostra famiglia umana si sta giocando su una polveriera pronta a esplodere, con troppe micce già accese. Cosa fare dunque? Innanzitutto ci siamo mossi con la preghiera e il digiuno e poi, ripeto, saremo nelle strade e nella piazze di Roma portando la nostra testimonianza, con la convinzione, come diceva madre Teresa di Calcutta, che ciò che ciascuno di noi può realizzare è solo una goccia nell’oceano, però tante gocce insieme possono fare la differenza. E nel nostro mondo globalizzato così come ogni forma di violenza avvia un’escalation di violenza, così i contributi di pace possono creare un circolo virtuoso, contagioso, di pace.
Fondatrice e presidente di “Nuovi Orizzonti”