Una donna in preghiera a Santa Maria in Trastevere - Stefano Carofei - archivio Avvenire
La Presidenza della Cei ha deciso di promuovere una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione.
La data scelta è martedì 17 ottobre, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.
In un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, l’invito della presidenza della Cei è rivolto alle comunità diocesane perché aderiscano all’iniziativa. Per l’occasione è stato predisposto uno schema di preghiera. Nel frattempo, domenica 15 ottobre, in tutte le celebrazioni eucaristiche, può essere adottata questa intenzione: “Padre misericordioso e forte: ‘tu non sei un Dio di disordine, ma di pace’. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra, perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace. Preghiamo”.
QUI LO SCHEMA DI PREGHIERA INDICATO DALLA CEI
L'invito del cardinale Pizzaballa
«Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima - è stato l’appello del cardinale Pizzaballa -. Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteranno la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie, sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera».
Per Pizzaballa, «è questo il modo in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontrarci nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione».
Il cardinale, nella stessa nota, ha espresso «grande dolore e sgomento per quanto sta accadendo. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte».
Quanto al delicato scenario che si va profilando in queste ore, il patriarca latino di Gerusalemme ha detto che «finché non si affronterà la situazione palestinese, la stabilità non tornerà in questa zona».