Faccia a faccia in serata tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. L'appuntamento ad Arcore. Il segretario del Pdl era atteso domani a palazzo Grazioli, al rientro del Cavaliere da Milano. Ma alla fine, vista la giornata di nuove dure polemiche tra lealisti e innovatori, il leader azzurro avrebbe deciso di anticipare l'incontro. Sul tavolo sempre il futuro del governo Letta con il caso Cancellieri in primo piano e i nuovi assetti organizzativi del Pdl-Fi. Stamane Alfano è stato ricevuto al Colle dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Quando Berlusconi tornerà a Roma, forse mercoledì e non più domani, dovrà incontrare il leader dell'ala lealista, Raffaele Fitto.
ALFANO RILANCIA LE PRIMARIE E IL PARTITO SI SPACCA"La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le
primarie. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto
attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto
numero di simpatizzanti". Così il vicepremier
Angelino Alfano in un passaggio del
prossimo libro di Bruno Vespa. La mia idea - dice Alfano nel prossimi libro di
Bruno Vespa - non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le
primarie (Beatrice Lorenzin era coordinatrice dei miei comitati). Io stesso,
poi, le bloccai quando Berlusconi decise di ripresentarsi, e Giorgia Meloni
ancora me lo rimprovera. A proposito della linea del partito - prosegue Alfano -
il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata.
Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c'è il
rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda
quella deriva. Uno degli obiettivi - spiega il vice premier in un passaggio del
libro di Vespa - è rilanciare un grande centrodestra sul modello della
formidabile intuizione di Silvio Berlusconi del 1994 che ebbe enorme successo e
che si ripeté nel 2001 con la Casa delle Libertà. Un'alleanza - dice - delle
forze politiche alternative alla sinistra, che condivisero un programma dentro
una coalizione che vinse e governò per cinque anni. Il punto di separazione non
è stato e non è il nome del nuovo partito, Forza Italia, che richiama anni
bellissimi, e neanche i ruoli personali, a cominciare dalla segreteria del
partito. Le questioni sono sempre state tre, e cioè la linea del partito, la
stabilità del governo e il futuro, ovvero la modalità attraverso cui si
individua il futuro gruppo dirigente a cominciare dai prossimi candidati per
tutte le competizioni".
"Il tema - per Alfano - non è di aggiungere allo schieramento un nuovo parto,
ma di fare un grande centrodestra che unisca tutte le forze moderate e
riformiste alternative alla sinistra, a cominciare da quell'area centrista che
ha preso il 10 per cento dei voti e che, schierata con noi, ci avrebbe portato a
una smagliante vittoria. È stata sempre la grande intuizione di Berlusconi: nel
1994 con lo sdoganamento del Msi, nel 2001 con la nascita della Casa delle
Libertà, associandovi la Lega, e nel 2008 con la fondazione del Popolo della
Libertà. Non sono favorevole -prosegue - allo splendido isolamento di Forza
Italia, perché si rischia di cedere agli altri preziose alleanze, come quelle
con Casini e con Monti".
Fitto: "Sarà sempre Berlusconi a decidere cosa si farà" Raffaele
Fitto, in un passaggio del libro di Vespa, afferma che ragionerà "sul dopo
Berlusconi" il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il "dopo". "Ricordiamo -
sostiene - che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il
candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi? Quindi sarà ancora una
volta lui a decidere che cosa si farà".
Bondi ad Alfano: "Sono stupito, io in Fi perché c'è Cav""Leggo con
stupore misto ad amarezza le dichiarazioni Alfano - dice
Sandro Bondi -. Per me
Forza Italia è un patrimonio che non dovrebbe essere intaccato con dichiarazioni
così avventate e radicali". Così Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia
commenta le parole del vicepremier Alfano. "L'unica ragione per cui scelgo di
restare in Forza Italia - prosegue - è la leadership umana e politica del
Presidente Silvio Berlusconi, il quale fa bene a non lasciare Forza Italia né ai
supposti estremisti né tantomeno a coloro che non hanno dimostrato alcuna lealtà
e solidarietà nei suoi confronti nel momento più difficile della sua vita
personale".