martedì 11 giugno 2013
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Un'agenda per il Campidoglio. Il nuovo sindaco di Roma dovrà affrontare temi non più rinviabili. La "Caput Mundi" paga il confronto con le metropoli europee ma fatica anche ad essere all'altezza del suo ruolo nazionale. Gli abitanti della città eterna si scontrano ogni giorno con i problemi del trasporto pubblico insufficiente, che sconta la mancanza di investimenti della mobilità su ferro di superficie e sotterranea, del traffico caotico, dell'inquinamento, del degrado urbano, dei servizi lontani dall'essere a misura di romano, della sicurezza a rischio in più di un quartiere. E la crisi che non demorde chiede una valorizzazione delle immense risorse culturali e artistiche, per combattere la disoccupazione e gli sfratti. Un caso esemplare è l'ottocentesca Villa Blanc e il suo parco su via Nomentana: da decenni in attesa di essere aperta al pubblico, privata ora dei vincoli ambientali e architettonici, rischia di essere deturpata da una riconversione a università privata.1 POLITICHE FAMILIARI Due i segnali importanti sicuramente da persegui­re. Il Quoziente Roma ha ampliato i criteri di calcolo del’Isee (indicatore di si­tuazione economica equi­valente), esentando dalla tassa sui rifiuti 90mila fa­miglie. La revisione del calcolo dell’Imu sugli im­mobili di pregio ha poi e­sentato il 36% (376 mila fa­miglie) delle prime case dal pagamento dell’impo­sta. Un criterio di equità fi­scale da ampliare. 2. ANZIANI SOLI E POVERTA' A Roma il 20% della popolazione è sopra i 65 anni, 70mila gli anziani fragili. Più che grandi investimenti, serve un’impostazione diversa dell’architettura dell’assistenza, per portare il più vicino possibile i servizi socio-sanitari - assieme alla Regione - a chi non può affrontare la città e la sua burocrazia. I servizi domiciliari, oggi servono solo il 3% degli anziani. Serve una 'centrale operativa', un monitoraggio dei casi più fragili, sostegni per reddito, affitto, badanti. Poi c’è la povertà estrema: 6mila senza fissa dimora - senza contare i Rom - di cui la metà dorme per strada o in baracca. Il 20% sono italiani. Roma è la città con più sfratti: 30mila negli ultimi 5 anni, due terzi per morosità. Oltre 50mila le famiglie in disagio abitativo, 125mila giovani 'costretti' nella famiglia d’origine.
3 PERIFERIE GRIGIE Se a Roma l’affluenza al ballottaggio è stata solo del 44,93%, il record negativo è stato proprio nel Munici­pio VI, dov’è Tor Bella Mo­naca: 40,33%.Vivere ai margini significa trasporti insufficienti, degrado, insi­curezza. La scarsa parteci­pazione al voto è sintomo di una profonda disilllu­sione di chi si sente abban­donato da anni, nonostan­te le ricorrenti promesse di riqualificazione, a 'Torbel­la' come in altri luoghi simbolo, vedi il Corviale col suo palazzo-serpento­ne da un chilometro. 4 MOBILITÀ E TRASPORTI Sempre più urgente la conclusione della metro C, che ha visto schizzare i co­sti, per collegare la zona E­st al Centro. Ma è tutta Ro­ma che paga un’offerta in­sufficiente di trasporto pubblico e carenze pesanti nella manutenzione dell’a­sfalto (caratterizzato da buche e tratti dissestati), con rischi reali per chi viaggia su due ruote, scelta obbligata per sopravvivere al traffico. L’alternativa al mezzo privato spesso non è conveniente: bassa fre­quenza delle corse, taxi troppo cari, carenza di pi­ste ciclabili (una 'grande opera' a costi contenuti), ora buone solo per la pe­dalata domenicale. 5 SICUREZZA­-INTEGRAZIONE  Senza un piano organico e costante di inclusione so­ciale gli sgomberi degli in­sediamenti abusivi - di rom e di immigrati irrego­lari - non potranno da soli risolvere il degrado e le ri­percussioni sulla sicurez­za. La disoccupazione è più pericolosa tra gli stra­nieri che non hanno una rete familiare. Oltre alla microcriminalità, preoccu­pa l’invadenza rampante delle mafie, con regola­menti di conti alla luce del sole, crescita dello spaccio, infiltrazioni nel tessuto e­conomico.6 SCUOLA-LIBERTÀ EDUCATIVA Il Comune, che ha compe­tenza sulle scuole dell’in­fanzia, può contare a Ro­ma su 544 istituti paritari non statali per i più piccoli. Ma Roma non potrebbe fa­re a meno dell’offerta sco­lastica pubblica non stata­le e non comunale: 160 primarie, 78 secondarie di 1° grado e 144 di 2°. E mol­te famiglie romane chiedo­no un sostegno per poter scegliere liberamente l’of­ferta educativa.
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