Da sinistra Silvia Gazzola, Sabrina Passuello, Sonia Scalco e Nancy Zanardello
Il terremoto Bibbiano – tra tante conseguenze negative – sta producendo anche non pochi effetti positivi. Mentre l’inchiesta della procura di Reggio Emilia – 16 ai domiciliari e 27 indagati – è in dirittura di arrivo, sta per concludersi anche il lavoro della Commissione regionale d’inchiesta in Emilia Romagna, con la richiesta alla Regione di costituirsi parte civile. E intanto nascono comitati dal basso con l’obiettivo di fare pulizia in un settore con troppe ombre. Ieri a Milano prima uscita del Comitato 'Contro l’ingiustizia familiare e personale' presieduto dall’ex sindaco Gabriele Albertini. Già operativo quello delle 'Madri unite contro la violenza istituzionale': centinaia di mamme vittime dell’alienazione parentale.
Benvenuti a Bassano, dove l’affido non è parola da pronunciare con imbarazzo ma rimane, come dovrebbe essere, strumento solidale per aiutare un bambino in difficoltà. Qui il caso Bibbiano non ha inciso in alcun modo nelle scelta delle famiglie che si aprono all’accoglienza. I corsi formativi per le coppie fanno registrare il tutto esaurito, le richieste sono in aumento e si realizzano strategie vincenti che coinvolgono strutture pubbliche, privato sociale e parrocchie.
Nessun miracolo in questa terra a cavallo tra le province di Vicenza, Treviso, Padova e Trento, dove il servizio affidi della Asl 7 coinvolge 23 Comuni per una popolazione di circa 180mila persone. Solo ordinaria efficienza di un gruppo di professioniste degne di questo nome. A dimostrazione che anche per l’assistenza ai minori in difficoltà si può lavorare bene e onestamente. Con benefici che si allargano a tutta la società. «Lavoriamo insieme da vent’anni e il nostro è un territorio storicamente accogliente. Abbiamo testimonianze di solidarietà con i pellegrini che passavano di qui per raggiungere Roma, fin dall’anno mille», minimizza Sonia Scalco, pedagogista che con un gruppo di colleghe – Sabrina Passuello (educatrice), Nancy Zanardello (psicologa) e Silvia Gazzola (assistente sociale) – manda avanti questa struttura direttamente legata al Consultorio familiare Asl diretto da Simonetta Marinangeli.
Tutto pubblico. Ma da queste parti la definizione vale proprio nel suo significato originale, cioè di tutti. L’esempio del ponte degli alpini noto in tutto il mondo, costruito e ricostruito più volte con il concorso di tutta la popolazione, sembra quasi banale. Ma serve per capire che, sia per le opere pubbliche sia per quelle che riguardano le relazioni umane, la co- munità respira insieme. E la costruzione del bene comune diventa reale anche con il corretto funzionamento del servizio affidi. A cominciare dalle fondazioni storiche, come la 'Pirani-Cremona', intitolata a due sacerdoti lungimiranti, oltre che profondamente impegnati nelle opere di carità, che nell’Ottocento crearono due orfanotrofi e oggi, chi ne ha raccolto l’eredità, prosegue quell’impegno con le comunità d’accoglienza. Non sono nostalgie del passato. Quella fantasia del bene oggi investe, senza soluzione di continuità, l’impegno per i minori. E il motivo per cui l’effetto Bibbiano qui non ha avuto ricadute ha una spiegazione ben precisa che si può sintetizzare in due parole: professionalità e fiducia reciproca.
«Nel 2017 – prosegue Sonia Sclaco – abbiamo lanciato una nuova campagna affidi. Abbiamo creato un personaggio, una bambina di nome Mirta, e attorno a lei abbiamo inventato una storia. Alla bambina abbiamo regalato una famiglia che abbiamo chiamato Bottoni, perché i bottoni servono appunto a collegare due parti. E poi da lì è cominciato il diluvio». Che, da queste parti, vuol dire successo. La storia di Mirta e della famiglia Bottoni è diventata un libro regalato a tutte le famiglie affidatarie, e poi raccontato come filastrocca, con l’aiuto di un cantastorie, nella Biblioteca comunale.
Ai bambini delle scuole è stato chiesto di trovare un nome per gli altri personaggi che sono andati via via aggiungendosi alla narrazione. E dal libro si è passati al teatro con lo spettacolo 'Mirta sulla coperta' (altro simbolo di protezione e di calore). E poi allo spot messo in onda dalle tv locali. Ma se a Bassano e dintorni Mirta e la famiglia Bottoni sono più amate di Peppa Pig e sono diventate sinonimo di famiglia accogliente e solidale, sarebbe un po’ semplicistico concludere che il buon funzionamento del servizio affidi sia legato solo a questa simpatica invenzione. «Sappiamo che per seminare una cultura della generatività – riprende l’esperta – servono certamente i simboli, ma è determinante la testimonianza delle famiglie. E più famiglie abbiamo più sarà possibile fare abbinamenti con i bambini che hanno bisogno di due genitori aggiuntivi ».
A Bassano la qualità delle relazioni conta più dei numeri. Che pure non mancano: 129 le famiglie disponibili in banca dati. A fine 2018 c’erano 13 affidi diurni, 5 semiresidenziali, 43 residenziali e 2 di pronta accoglienza, a cui vanno aggiunti gli affiancamenti (affidi diurni un po’ più blandi), una quindicina. Tipologie diverse, come previsto dalla legge, per cercare di dare risposte alle diverse esigenze. Sonia Scalco, con le colleghe, è la prima a sapere che non tutti i bambini possono andare in affido. Ci sono anche piccoli che, a causa di quello che hanno vissuto nelle famiglie d’origine, è meglio siano assistiti in una comunità.
«Ma – fa osservare la pedagogista – il nostro obiettivo è sempre quello di salvaguardare per quanto possibile il rapporto con la famiglia di origine. E spesso ci riusciamo». Importante anche la collaborazione con le parrocchie. Nel 2018 il centro affidi di Bassano ha aderito al progetto 'Terre ferme' 2018 (Unicef, città di Palermo, Cnca) per sostenere i minori stranieri non accompagnati. «Due ragazzi sono stati accolti nel nostro territorio. Uno nella canonica di Cassola alle porte di Bassano dove il parroco don Stefano Calchiolo, con don Vittorio Gnoato e don Adriano Tessarolo hanno potuto contare sulla collaborazione di Comune, realtà locali e volontariato». Della serie. insieme è meglio. Anche per l’aiuto ai minori in difficoltà.