domenica 15 dicembre 2024
Nel capoluogo lombardo la terzo tappa preparatoria degli amministratori locali di ispirazione cristiana che vogliono mettersi in rete tra loro. A metà febbraio l'incontro nazionale
L'incontro a Milano della "rete di Trieste"

L'incontro a Milano della "rete di Trieste"

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Una riflessione sulla gestione del potere proposta da padre Giuseppe Riggio, direttore di Aggiornamenti Sociali, ha introdotto l’incontro milanese della rete degli amministratori locali nata dopo la Settimana Sociale di Trieste. Non bisogna tenersi lontani del potere, ma interpretarlo come occasione di contribuire al bene comune, ponendosi in atteggiamento di servizio e non di occupazione di spazi, a partire da queste considerazioni padre Riggio ha invitato i quasi cento amministratori presenti a interrogarsi sul loro modo di interpretare la presenza nelle istituzioni per provare a proporsi da credenti in modo credibile a cittadini sempre più propensi a non dare fiducia alla politica.

Introdotta da Francesco Russo, che tira le fila della rete, la discussione ha toccato molti temi, a partire da quello della partecipazione e della democrazia, non a caso definita a Trieste dallo stesso papa Francesco come «malata». Tra i presenti, consiglieri regionali piemontesi, lombardi, veneti e friulani, sindaci e amministratori di capoluoghi come Udine, Reggio Emilia, Modena, Brescia, Milano e Torino, consiglieri comunali di tutte le regioni del Nord, accomunati da un grande desiderio di ascoltarsi e riconoscersi accomunati dalla voglia di contribuire a una nuova stagione per l’impegno politico dei cattolici. Molti hanno sottolineato la novità di Trieste, ovvero il fatto che l’intera comunità cristiana sia stata chiamata all’impegno politico, il che può far sentire meno soli amministratori pubblici che per anni si sono sentiti ai margini delle comunità cristiane.

I temi dell’ambiente, della pace e del welfare sono riecheggiati a più riprese nei numerosi interventi della mattinata, rigorosamente improntatati al “metodo Trieste”, ovvero tre minuti a testa con alternanza tra adulti, giovani e donne, per andare oltre l’abitudine a senti parlare i soliti noti, come spesso accade nei consessi politici e partitici.

È emersa la necessità di un paziente lavoro di semina di contenuti, a partire dai temi concreti che riguardano la vita quotidiana dei cittadini e a cui non sempre la politica oggi presta sufficiente attenzione. I nomi evocati più di frequente dai presenti, d’altronde, da Sturzo a Moro, passando per De Gasperi e La Pira, hanno richiamato alla necessità di una politica che si preoccupi di far vivere bene le persone, ricominciando a cercare la gente là dove vive, un tempo si sarebbe detto “nelle stalle e nelle osterie”, ha ricordato Russo citando il partigiano e poi parlamentare comunista Reichlin. A più riprese gli intervenuti hanno sottolineato di sentirsi a casa, riconoscendo un clima che non sempre è facile vivere oggi all’interno di partiti impegnati nella ricerca del consenso e ingabbiati da leadership personalistiche. L’appuntamento per la rete è ora a metà febbraio a Roma, per un incontro che vuole proporsi come momento costituente di un cammino di idee, contenuti e buone pratiche a servizio del bene comune.

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