«Sì, ho modificato i messaggi che mi sono scambiata con il sindaco». Dopo un lungo interrogatorio come persona informata dei fatti Elisa Nizzoli, 38 anni di Marcaria, organizzatrice di eventi, vedova con una figlia adolescente e vicepresidente dell’associazione culturale Mantua me genuit, ha ammesso di essersi inventata quasi tutto nella vicenda a luci rosse che da un mese sta tenendo sulla graticola il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, membro della direzione nazionale del Pd e molto vicino a Renzi. I messaggi con cui il sindaco le chiedeva favori sessuali per non ostacolare l’attività della sua associazione non esistono.
Per questo giovedì, dopo l’interrogatorio, il procuratore capo Manuela Fasolato ha chiesto al Gip l’archiviazione dell’indagine per tentata concussione continuata, ad un mese esatto dall’avviso di garanzia al sindaco che ha scatenato contro di lui una bufera politico-mediatica. Nei guai adesso è finita Elisa Nizzoli, indagata per false informazioni rese al pm. «Ho vissuto un incubo. Ringrazio la procura per aver proceduto con efficienza e in tempi estremamente rapidi – ha affermato il sindaco –. Non ho mai smesso di credere nel lavoro della magistratura». Sulla sua pagina Facebook anche Matteo Renzi plaude a Palazzi: «Sono felice – ha scritto – di aver insistito con Mattia perché non mollasse nonostante la grancassa e la gogna mediatica dei quei giorni. Avanti, insieme».