SILVERSTONE – Forse bisogna prenderla con filosofia: una delusione così fa capire molte cose. Sbagliare il momento di entrare in pista, in Inghilterra, ha fatto la differenza fra chi ha segnato la pole, Nico Rosberg, o ha sbagliato tutto finendo indietro, Lewis Hamilton. Oppure si è fatto eliminare fin dalla Q1, come le due Ferrari e le due Williams.
Una delusione, insomma, che dal punto di vista filosofico fa capire una cosa importante: nelle squadre, ma anche nella vita, avere dei punti fissi di riferimento, dare per scontate alcune cose, non porta nulla di buono quando cambiano le condizioni.
Ha sbagliato la Ferrari ad aspettare il momento giusto per mandare in pista Alonso e Raikkonen, che invece del tracciato umido han beccato la pioggia. Han sbagliato alla Williams, per lo stesso motivo. Non è un caso che la formazione dei rispettivi ingegneri di pista sia la stessa. Anni al muretto della Ferrari, anni con condizioni stabili e uno staff che risolve tutto al momento giusto. Tranne quando serve la fantasia e uno che prenda decisioni. Come fanno i team minori, vedi Marussia o Toro Rosso, che nella Q1 erano al vertice.
Nelle corse, come nella vita, è la necessità che aguzza l’ingegno, sono le condizioni altalenanti che ti fanno capire quando stai crescendo e quando potresti cadere, prevedendolo e anticipandolo. Se hai tutto sereno e tranquillo, non capirai mai quando ci vuole il colpo di reni. In F.1 succede spesso quando le condizioni meteo sono difficili.
A Silverstone fra pioggia intensa, pioggia fine e asciutto, alla Ferrari è mancato quel colpo di reni che le impedisse la figuraccia di finire in penultima fila con le due macchine, sostituendo le Marussia che invece partono più avanti. Sarà una corsa in salita, ma con questa macchina non poteva essere diversamente. “Al massimo avremmo lottato per la settima posizione – dice Alonso – posizione e punti che potremo riprendere in gara facendo quello che possiamo. C’è stata anche molta sfortuna nel momento in cui siamo scesi in pista, ha ricominciato a piovere molto intensamente, solo 20 secondi prima non sarebbe accaduto nulla”. Sulla stessa idea anche Raikkonen.
“Non facciamo un dramma, è chiaro che se è andata così mentre altri miglioravano e noi no, qualcosa si vede che non ha funzionato”. E non ha funzionato nemmeno alla Mercedes, visto che Rosberg ha voluto prendersi un rischio con un ultimo giro incredibile: “Sui due terzi di tracciato c’era umido, ma nell’ultimo era tutto asciutto è lì che ho costruito la mia pole, ci ho dato dentro e via radio ho pure avvisato il box di dire a Lewis di spingere che ce la poteva fare”.
Invece Hamilton non ha sentito ragione, ha abdicato e ha pagato con un distacco enorme e una terza fila: “Ho sbagliato io, ogni cosa che faccio sbaglio” ha detto laconicamente poi. Niki Lauda, pramgatico come al solito, non si scompone: “Grande lavoro di Nico, Hamilton disastro, ha sbagliato lui. Ma Ferrari che accidenti combina?”. Bella domanda, ci fosse almeno una risposta…