Quando vostro figlio sedicenne, seduto al vostro fianco in auto, vi chiederà all'improvviso di girare a destra «perché ho visto Pikachu» nella strada più in là, be', non è diventato improvvisamente pazzo. Se ha il viso incollato al display del telefonino, probabilmente sta semplicemente giocando a Pokemon Go. Un revival con il botto, quello dei mostriciattoli giapponesi inventati vent'anni fa da Satoshi Tajiri: un gioco per telefonini che sfrutta la tecnologia della geolocalizzazione e della realtà aumentata per simulare una caccia al personaggio ambientata nello stesso spazio in cui si muove l'utente. Fuori casa, cioè: negli stessi parchi, sulle stesse strade, e in simultanea con chi tiene il telefonino in mano.
L'applicazione non è ancora arrivata in Italia (avrebbe dovuto essere rilasciata entro la fine di questa settimana, ma il sovraccarico dei server dello sviluppatore Niantic ha suggerito di posticipare di qualche giorno), ma per i più patiti non è stato difficile, seppur illecitamente, anticiparne l'uso scaricando (in modalità hacker... ) la versione americana. Certo, giocando a Pokemon Go si corrono dei rischi: lanciandosi all'inseguimento (reale) di un mostriciattolo giallo (virtuale) ci si può perdere in un bosco oppure si può attraversare una strada senza prestare la necessaria attenzione, si può essere tentati di scavalcare cancelli o infilarsi dentro portoni sconosciuti, si rischia di cadere in acqua se il display indica che nei dintorni del molo si nasconde un Pokemon particolarmente ambito.In effetti in una sola settimana qualche guaio negli Stati Uniti è già accaduto: una ragazza di 19 anni si è imbattuta in un cadavere vero mentre setacciava un parco del Wyoming a caccia di un gruppo di Pokemon; un giovane di Long Island si è gravemente ferito cadendo con lo skateboard mentre, occhi incollati al cellulare, stava perlustrando il quartiere per capire se vi si nascondevano le creaturina virtuale.Che quella dei Pokem sia una vera e propria passione che attraversa i decenni lo dimostrano i numeri: a pochi giorni dal debutto in Usa, Australia e Nuova Zelanda l'applicazione ha avuto un numero record di download. Molti dei giocatori incalliti sono già adulti, quelli che da bambini obbedivano al comando "Cathc 'Em All" e collezionavano le carte da gioco e i pupazzetti. Sarà la novità, ma il tempo di permanenza sul nuovo giochino ha superato quella di WhatsApp, Instagram, Snapchat e Messenger, con una media giornaliera di 43 minuti. Troppi, dirà qualcuno. L'importante, però, è che almeno per attraversare la strada si stacchino gli occhi dal display.