L'esultanza di Gregorio Paltrinieri dopo la vittoria sui 1.500 ai mondiali di Budapest
L'urlo nell'acqua racconta molto della battaglia infinita delle trenta vasche. Servono braccia, cuore, ma anche tanto cervello. Lo sa Gregorio Paltrinieri che l'appuntamento con la storia lo aveva preparato, e non ha fallito: il re dei 1.500 metri è sempre lui, nella Duna Arena di Budapest l'olimpionico azzurro si conferma imbattibile sulla distanza più lunga in vasca. Oro mondiale bis dopo quello due anni fa a Kazan, olimpionico a Rio, primatista europeo: insomma il leader indiscusso, come ha ricordato il Greg nazionale nel suo show fuori dall'acqua. «Il numero uno sono io» ha gridato al mondo, dopo essersi aggiudicato la lotta spalla a spalla con l'ucraino Mykhailo Romanchuk, 20 anni, che si è allenato con lui a Ostia e che per un km ha sognato di fare scacco matto al re. Ma Paltrinieri fa il fenomeno e nei 1.500 sl al momento non ce n'è per nessuno: così l'ucraino ha messo da parte nel finale i sogni di gloria e si porta a casa un super argento, il bronzo va all'australiano Mack Horton a cui ha provato a dar fastidio Gabriele Detti, che chiude quarto e felice, dopo il super titolo negli 800. Proprio la gara andata di traverso a Greg (bronzo), ma che ha messo altra benzina nelle gambe del campione di Carpi. Che ha retto l'assalto dell'ucraino e poi ai 1.200 ha staccato tutti andandosi a prendere l'oro in 14'35"85, il secondo bis iridato per l'Italia dopo quello messo a segno nei 100 stile da Filippo Magnini, re dello sprint nelle edizioni mondiali di Montreal 2005 e Melbourne 2007.
«Sono contento - sorride Paltrinieri, che un anno fa a Rio si laureava anche campione olimpico -. È stata una gara difficile, molto più del previsto, perché sapevo che Misha (Romanchuk, ndr) mi sarebbe stato incollato. molto più del previsto. Ho vinto allo sprint e sembra una barzelletta. Dopo gli 800 stile non volevo fare un'altra gara negativa, mi bruciava ancora parecchio. Non ero contento di come avevo gestito quella prova, era una cosa che mi scocciava parecchio da quel giorno. Ho nuotato con intelligenza, le gare non sono mai sempre le stesse e io cerco di adattarmi in base alla situazione. Alla fine ha vinto l'intelligenza, con tanti strappi in mezzo, poi ai 1200 metri ho messo giù la testa e ho tirato diritto».
La nazionale torna a casa con un bottino record, impreziosito dai tre titoli nella vasca, 1.500 e 800 dei “gemelli” diversi Paltrinieri-Detti e il capolavoro nei 200 di Federica Pellegrini. Il sipario cala a Budapest, e l'ultima cartolina è ancora azzurra. L'acqua schiaffeggiata con forza, un urlo: quello di super Greg.