mercoledì 18 marzo 2020
Il direttore di InBlu Radio e del canale televisivo della Cei. «C’è un “contagio virtuoso” che noi documentiamo. La Messa del Papa che fa il 10% testimonia una nuova forte voglia di comunità unica»
Vincenzo Morgante

Vincenzo Morgante - Fotogramma

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Per fare informazione, ed essere credibili fuori e dentro il piccolo schermo o dalle frequenze di una radio, serve il metro del buon padre di famiglia. E in questo, Vincenzo Morgante, direttore di rete delle testate della Cei, Tv2000 e InBlu Radio, è un maestro sul campo, dato che è anche padre di sei figli. Palermitano, classe 1963, vanta un’esperienza trentennale di giornalismo in prima linea: da cronista nella sua città al tempo della “guerra di mafia” (unico ad aver intervistato per la Rai don Pino Puglisi), da corrispondente per la carta stampata (Avvenire e Sole 24 Ore) e da ex direttore del Tgr Rai «eppure – dice emozionato – mai come in questo momento avverto il peso della responsabilità per la vita e il lavoro degli altri. Per i telespettatori che sentono di essere in “guerra” contro il Coronavirus, per i colleghi che con spirito di servizio, anche nell’emergenza, stanno mantenendo gli stessi orari e identici ritmi di lavoro, per i tecnici, gli impiegati, gli autori e i programmisti che non si risparmiano, come tutti, dalla mattina alla sera. Con responsabilità – continua Morgante – abbiamo riorganizzato il lavoro estendendo, dove possibile, lo smart working che Rete Blu aveva già sperimentato lo scorso anno. In questa speciale Quaresima che coincide con la quarantena nazionale stanno avvertendo tutti il senso di comunità, ecclesiale e civile insieme. E l’esempio, a noi come Tv2000 e InBlu Radio, ci arriva da quei cappellani che prestano la loro opera negli ospedali e che assieme a medici e infermieri non spengono mai la luce. E così facciamo anche noi, la teniamo sempre accesa per garantire un servizio alla Chiesa e al Paese e per assicurare una non scontata continuità aziendale».

E il “priore” Morgante, non è da meno dei cappellani: nei giorni del Covid-19 non si è fermato un giorno e ha ceduto la spaziosa stanza del Direttore trasferendosi nel piccolo ufficio della segretaria per reperire gli spazi utili ai colleghi e continuare le dirette – senza ospiti in studio – per mantenere vivo, più che mai, i palinsesti.

In onda su Tv2000 e InBlu Radio senza cancellazioni, ma anzi rinforzando la programmazione.

Tutti dentro, con la benedizione dell’editore e l’appoggio costante e coraggioso del nostro Ad Massimo Porfiri. A lavoro con lo spirito da parrocchia, mettendoci al servizio di spettatori credenti e non, secondo una sensibilità consolidata nel tempo da parte della tv dei vescovi e della chiesa italiana che si rivolge a tutti, senza mai creare barriere. Siamo scesi in campo potenziando l’offerta religiosa, sia per la tv che per la radio, realizzando concretamente quel processo di multimedialità che non è più teorico ma ora fa i conti con la realtà quotidiana di un’informazione in presa diretta e a 360 gradi. L’obiettivo da qui alla fine dell’emergenza è offrire di più e meglio. E lo stiamo già facendo...

A cominciare dalla Messa del Papa al mattino.

Siamo passati dal Diario in breve e i passaggi più significativi dell’omelia di papa Francesco, al privilegio e l’onore di trasmettere in diretta la sua Santa Messa dalla cappella di Santa Marta. Un appuntamento mattutino (ore 7) che ha fatto registrare il record per la fascia. Quel 10% di ascolti conferma il grande affetto nei confronti del Papa, la figura più rassicurante che ci sia, per credenti e non.

Un record che dimostra che in questo momento l’Italia è in ginocchio, anche perché si è raccolta in preghiera.

Pregare sta facendo sentire gli italiani parte di un’unica comunità. C’è una chiesa in preghiera che anche attraverso di noi cerca di far risplendere la speranza della vita. Nella sua Messa sobria, semplice, umana, si resta stupiti da come papa Francesco si ponga quasi come un parroco, e affascina l’invocazione allo Spirito Santo affinché i suoi pastori, in ogni settore – informazione compresa – , trovino le giuste modalità per compiere al meglio il proprio dovere. «Vivere in prossimità con il proprio gregge», è l’invito più straordinario che continua a rivolgerci, giorno dopo giorno, il Santo Padre, anche in questo momento delicatissimo per la storia dell’umanità.

Causa virus, per molti, sono saltati anche gli Esercizi Spirituali.

Proprio così, purtroppo. E allora noi da lunedì scorso e fino a venerdì con don Armando Matteo, mattina e pomeriggio, garantiamo ai nostri telespettatori gli Esercizi Spirituali. E per questo stiamo ricevendo centinaia di messaggi di apprezzamento dai telespettatori. Così come è apprezzata la Santa Messa dal Santuario del Divino Amore che va in onda anche dalle frequenze di InBlu Radio con ascolti incredibili per le 19. Con l’esercizio della fede stiamo rispondendo come possiamo a un bisogno forte facendocene carico come strumento radiotelevisivo.

Agli Anziani e ai bambini, le fasce più deboli, come si rivolge TV2000?

Gli anziani hanno il conforto delle Messe, della Coroncina, dei Rosari e dei programmi di riflessione spirituale, oltre a una selezione di bei film che stiamo mettendo a punto. Così come per i bambini che stanno facendo la preparazione alla cresima e alla comunione, già all’inizio della prossima settimana programmeremo il catechismo che li accompagnerà fino alla Pasqua. E a questo per loro aggiungeremo una programmazione ad hoc.

E poi c’è il lavoro incessante dei Tg e dei Radiogiornali, in cui state bene attenti a non seminare quel “terrorismo” a tratti dilagante al tempo del Coronavirus.

La mia indicazione ai colleghi è di non dare mai le notizie seguendo la massa, ma cercare di comunicare un fatto così come è accaduto. Se una notizia non ci convince, noi non la diamo. Come dice il vostro direttore di Avvenire Marco Tarquinio, «in tempi di Coronavirus il pane dell’informazione ha avuto un’impennata di richiesta», perciò proviamo a sfamare tutti facendo del sano servizio pubblico che prevede un’informazione verificata, credibile e attenta alle storie che lascino entrare la luce della speranza, che diano la certezza che il mare del bene è sempre mosso.

Possiamo parlare di un nuovo “umanesimo mediatico”?

Anche il mondo dell’informazione ritengo che si si stia riscoprendo più umano. L’umanità viene prima di tutto. I nostri Tg e i nostri Gr stanno registrando, passo dopo passo, l’operato di sacerdoti, suore, laici, associazioni e gruppi cattolici impegnati in prima linea. Ma l’attenzione è rivolta anche a chi sta a casa, a chi sta perdendo il lavoro anche a causa del virus, a chi vive momenti di angosciante solitudine, all’anziana che si rivolge al vicino di casa per telefonare al proprio figlio che non vede da settimane. Documentiamo tutto questo, con un lavoro che è estenuante, ma che ci sta facendo scoprire degli orizzonti impensabili fino a ieri.

Per esempio?

Che siamo dinanzi a un “contagio virtuoso”. E me ne rendo conto quando alla sera torno a casa e vedo i miei figli che, a loro volta, stanno assaporando il grande valore del mettersi a disposizione. Con amici e compagni di scuola si aiutano nei compiti, seguono le lezioni via skype, si danno i turni in cucina. Si canta e si gioca tutti assieme, si scopre la sensibilità di un vicino che fino a ieri era un perfetto sconosciuto e che adesso ti cerca, anche solo per un saluto dal balcone. Ci si confronta con tenerezza sulla nostalgia di certi gesti che sembravano scontati, come una carezza, un abbraccio, un bacio. Gesti che mancano ma che torneranno. Due domeniche fa mi sono commosso nel vedere che lo scambio del segno di pace, con mia moglie, veniva sostituito da un inchino...

Direttore in un tempo come questo che cosa le avrebbe detto don Puglisi?

Credo che l’invito di don Pino, «se ognuno fa qualcosa…», sia quanto mai attuale. Tutti siamo chiamati a dare testimonianza e senso di appartenenza a quella comunità che la Chiesa sta incarnando in modo meraviglioso, avvolgendoci tutti in quell’abbraccio che adesso tanto ci manca... Ma tornerà. La vita vince sempre. Uniti #celafaremo.

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