«Spero di vedere i media Cei, Tv2000, Sir, Radio InBlu, Avvenire, al servizio di una Chiesa 'in uscita' come esorta Papa Francesco, per guardare il mondo con l’occhio del Vangelo». È questo l’incoraggiamento espresso ieri dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nel corso della presentazione ufficiale ai dipendenti di radio e tivù promosse dai vescovi dei nuovi direttori di rete, Paolo Ruffini, e delle testate giornalistiche, Lucio Brunelli. Il vescovo ha indicato chiaramente alle due emittenti «la direzione da intraprendere», che è quella, ha detto, «dell’evangelizzazione». «Senza questo scopo – ha sottolineato Galantino, che era affiancato dall’arcivescovo di Pesaro, Piero Coccia, presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione 'Comunicazione e cultura' – non si spiegherebbe il perché la Chiesa italiana investa energie e risorse in questo tipo di progetto». Nel corso dell’incontro la dimensione missionaria del lavoro radiotelevisivo è emersa più volte. Lo stesso Galantino ha spiegato che «è necessario guardare fuori, perché quando guardiamo troppo all’interno, si fa strada la malattia mortale dell’autoreferenzialità. Guardiamo come credenti seri e consapevoli a ciò che succede», è stato il suo invito. Il segretario generale della Cei ha poi ringraziato «tutti coloro che hanno scelto di vivere questa sfida» anche durante il «momento di transizione con le sue difficoltà» e mentre era in corso «la ricerca di chi potesse continuare questa avventura e aiutarci a valorizzare tutto ciò che è stato fatto». Quanto alle scelte effettuate, monsignor Coccia ha sottolineato che si sta vivendo «una stagione di particolare rivisitazione, a livello di editore, basata su una connessione sempre più forte ed efficace tra presidenza, segreteria e ufficio nazionale delle comunicazioni sociali». In questa rivisitazione, ha aggiunto, «sono state fatte scelte mirate non solo a mantenere la situazione, ma ancora di più a investire. Ripartiamo, infatti, dal tanto che è stato fatto, ma ora serve guardare al futuro». «Per essere competitivi – ha poi concluso Coccia – bisogna innovare prodotto e strutture di mercato, contenere il costo del lavoro, ma soprattutto serve valorizzare le risorse umane. E qui ci sono risorse di grande caratura». Queste dichiarazioni di intenti sono state subito raccolte e rilanciate dai due nuovi direttori. Per Ruffini la sfida è «pensare una tivù che può crescere con entusiasmo, una tivù senza arroccamenti che guardi fuori con coraggio. La scommessa è non avere paura», ha notato. E ciò significa, ha spiegato Brunelli «interessare, come ci ricorda Francesco, le pecorelle fuori dal recinto, senza dimenticare il nostro pubblico più tradizionale». Per questo, dunque, «occorrerà sintonizzarsi sempre più con Papa Bergoglio, anche con la disponibilità a cambiare che ho visto nei primi giorni di lavoro».